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Politica

Salvini furioso: "Sono davvero arrabbiato"

ANSA
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"Sono davvero arrabbiato". In serata il leader della Lega Matteo Salvini affida al suo profilo Facebook tutta la frustrazione per lo stallo nella formazione del governo giallo-verde, che rischia di cadere ancor prima di nascere sul nome di Paolo Savona. Un post laconico, tre parole in tutto, che però la dice lunga sulla crisi in corso in queste ore. E che raccoglie, tra migliaia di "mi piace", anche quello politicamente significativo del capo politico M5S Luigi Di Maio.

È ancora sul nome del ministro dell'Economia che si incarta la trattativa quando sembrava si fosse arrivati al rush finale. Mentre il premier incaricato Giuseppe Conte sale al Quirinale a riferire a Sergio Mattarella in un irrituale colloquio informale, Salvini manda i suoi in giro a precisare che se Savona non sarà il ministro del Tesoro, questo governo non nasce. "O Savona o morte", è il succo. Nello specifico viene riferito in maniera neanche troppo velata: "Senza Savona come ministro, Conte dovrà cercarsi un'altra maggioranza perché la Lega non lo voterà". E il M5s non ci mette bocca, è d'accordo: "La casella dell'Economia la decide Salvini, altrimenti crolla tutto lo schema dei ministeri, anche i nostri...", fanno sapere fonti pentastellate.

Il riferimento è alla bozza di governo che il premier Conte ha discusso stamane con Salvini e Luigi Di Maio in un colloquio alla Camera, dopo il faccia a faccia in Bankitalia con il governatore Ignazio Visco. Uno schema dal quale (leggi qui) stava anche emergendo un accordo tra Lega e Cinquestelle sul superministero 'Sviluppo economico e Lavoro' chiesto da Di Maio, che alla fine con ogni probabilità non sarà accorpato, quindi non sarà assegnato tutto a Di Maio ma comunque a due ministri del M5s. Il Movimento poi incasserebbe anche il ministero degli Esteri.

Ma questo castello rischia di crollare sul nome di Paolo Savona. Su di lui è in corso un vero e proprio braccio di ferro con il Quirinale. Anche se fonti ben informate rilevano che lo scontro non è sul nome, ma sul profilo anti euro e sul metodo. Mattarella non avrebbe gradito i diktat piovuti dalle due forze politiche, in particolare da Salvini. Lo si intuiva bene dalle informazioni trapelate ieri dal Colle, tese evidentemente a denunciare una gestione che punta a togliere parola al capo del Stato sulla scelta dei ministri, una 'parola' che invece gli è assegnata da Costituzione.

Ecco perché lo scontro è ad altissimo livello ormai. Ne va delle funzioni della presidenza della Repubblica, dell'istituzione, oltre che di Mattarella in quanto presidente attuale. Un'urgenza di salvaguardia delle istituzioni che lascerebbe passare in secondo piano la nascita dello stesso governo.

Ma Salvini non cede e nel pomeriggio addirittura se ne va da Roma: torna a casa per impegni familiari e tornerà solo quando ci saranno sviluppi concreti, trapela dal suo staff. E' un chiaro segnale di presa di distanza da una trattativa che si è ingolfata di nuovo. "O Savona o morte...", trapela dalla Lega. E su questo il leader leghista è disposto anche a sacrificare la nascita del nuovo governo per chiedere il voto anticipato. Voto anticipato che in queste condizioni ai grillini inizia invece a far paura.

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