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Politica

DIFESA A OLTRANZA - Di Maio davanti ai malumori dei parlamentari M5s: "Ascolto consigli, non piagnistei"

Bloomberg via Getty Images
Bloomberg via Getty Images 

Si presenta a tarda sera davanti ai deputati e ai senatori che lo hanno atteso tutto il pomeriggio perché "questa volta Luigi non può non essere presente all'assemblea", hanno detto in tanti a metà giornata. Di Maio sa che non riceverà applausi scroscianti. Anzi. Il terreno non è amico come un tempo. Quindi va subito sulla difensiva. Il tono di voce è fermo e deciso, lascia poco spazio a chi, come Elena Fattori, chiede di modificare il regolamento e lo statuto grillino. "Siamo qui per cambiare il Paese, non il Movimento", sono le prime parole del capo politico. E poi ancora: "Ho sempre cercato di ascoltare ma ascolto i consigli, non i piagnistei". Un'altra stilettata verso i più i critici, perché le voci dei malumori ora che tutte le caselle delle commissioni parlamentari sono al completo e tutti gli incarichi sono stati distribuiti, sono arrivate anche a lui. Anche alcuni neoeletti come Emilio Carelli e Gianluigi Paragone, che hanno partecipato dall'interno alla trattativa per formare il nuovo governo, sono rimasti delusi perché a bocca asciutta.

I nervi nel mondo pentastellato sono a fior di pelle, tra delusioni e desiderio di una maggiore collegialità nelle scelte. Alla riunione l'ala più critica del Movimento, rimpinguata da qualche neoeletto scontento, è arrivata carica di malumori e di richieste, a cominciare da quella di un cambio del regolamento dei gruppi e, in prospettiva, dello Statuto. Tanti quindi i temi sul tavolo: dalla mancanza di democrazia interna alla linea securitaria adottata dal governo M5S-Lega sulla gestione dei migratori e dei campi rom, passando per le nomine dei sottosegretari e dei vertici delle commissioni parlamentari, che avrebbero fatto storcere il naso a non pochi parlamentari vecchi e nuovi.

E infatti la proposta, lanciata dalla senatrice Elena Fattori, di rimettere mano allo statuto del gruppo parlamentare ha ottenuto diversi consensi. Tutto volto a tenere separata la sfera governativa da quella parlamentare: "Ora che siamo al governo, c'è bisogno di più condivisione. Per questo – ha chiesto Fattori - credo che sarebbe saggio e costituzionale cambiare il nostro statuto e il nostro regolamento per condividere alcuni poteri oggi concentrati nelle mani di Di Maio". Anche la collega Paola Nugnes osserva: "Di Maio disse che ci sarebbe stato modo di rivedere il regolamento. E molti, soprattutto i nuovi, mi hanno detto di averlo votato proprio perché era stata data questa apertura". Sono in tanti a chiedere quindi di "aprire la discussione" sul regolamento con l'obiettivo di ampliare "la partecipazione ai processi decisionali" attualmente tutti nelle mani del capo politico e del suo staff. L'idea di ridiscutere le regole interne trova d'accordo anche il deputato Andrea Colletti: "Già all'epoca ho detto che il regolamento era sbagliato".

È Di Maio l'oggetto - se non il bersaglio - di queste richieste. Compresa quella di fare molta attenzione sulla linea dei migranti perché così – dicono in tanti - "M5s rischia una deriva a destra e di essere schiacciato da Salvini, come dimostrano gli ultimi sondaggi". Il desiderio di tanti grillini è un restyling dei vertici M5s, con la nascita di nuova struttura che dovrebbe gestire il Movimento insieme al capo politico, quindi anche le decisioni più politiche. Ma non sembra che Di Maio, almeno per ora, lasci spazio a questa ipotesi. Piuttosto ha tentato di motivare i suoi spiegando che adesso "dobbiamo fare i fatti e cambiare il Paese, siamo al governo e i fatti li fanno anche parlamentari che devono lavorare nelle commissioni e approvare le leggi". Ma non tutti si sono lasciati convincere.

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