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Politica

La crisi dei migranti ha condotto l'Europa sull'orlo di un precipizio

Ansa
Ansa 

In vista di dell'incontro decisivo tra leader, che si terrà in Lussemburgo la prossima settimana, i funzionari diplomatici hanno dichiarato che il disaccordo sui migranti provenienti da Medio oriente e Africa rappresenta oggi una minaccia alla coesione dell'UE ancora più grave della crisi economica 2010-2013

Stefano Baldolini, HuffPost Italy; Lennart Pfahler, HuffPost Germany; Carolina Abellan, HuffPost Spain; Paul Ackermann & Alexandre Boudet, HuffPost France

Il nuovo governo italiano anti-establishment aveva visto la luce soltanto da nove giorni, quando ha portato l'Europa a un drammatico punto di svolta in tema d'immigrazione. Durante un caldo giorno di fine primavera, il periodo "più sicuro" dell'anno per le navi cariche di migranti per compiere il viaggio dal Nord Africa, il vicepresidente del consiglio e ministro dell'interno Matteo Salvini, a capo del partito di estrema destra della Lega, ha respinto una nave di salvataggio con più di 600 migranti a bordo - lasciandola in un limbo fino al momento in cui la Spagna ha accettato di accogliere l'imbarcazione. A bordo c'erano 629 migranti dal Nord Africa, inclusi 123 minori non accompagnati e sette donne incinte.

La decisione di respingere la nave ONG Aquarius ha scatenato uno tsunami politico in Italia e in Europa, e ha creato una triste situazione di stallo nelle acque tra la Sicilia e Malta. Seguita da una settimana di polemiche. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che la scelta di Roma d'impedire l'accesso ai porti alla nave è stato un atto di "cinismo e irresponsabilità". Quando l'Italia ha preteso delle scuse ufficiali, Macron ha detto che non era sua intenzione offendere "l'Italia e il popolo italiano". Alla fine, è stato l'intervento di un altro leader europeo neo eletto, il socialista Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez, a sbloccare questa impasse offrendo ai migranti un approdo sicuro a Valencia.

Gli eventi sono stati seguiti da una serie di incontri bilaterali organizzati in tutta fretta tra i power broker europei prima del summit previsto per il 28 e il 29 giugno, in cui a tenere banco saranno immigrazione e controllo delle frontiere. Secondo fonti ufficiali, il disaccordo tra Francia, Italia, Germania, Austria, Ungheria sul controllo delle frontiere e sul flusso di migranti da Medio Oriente e Africa attualmente rappresenta una minaccia alla coesione dell'UE persino più grande della crisi economica 2010-2013. E adesso, la proposta lanciata da Salvini di un censimento della comunità Rom, con l'intenzione di cacciare chi si trova nel paese illegalmente, mostra chiaramente fino a che punto si │ spinto il dibattito in Europa.

Gli editor e i reporter di HuffPost in Spagna, Germania, Italia e Francia hanno unito le forze per spiegare la situazione politica in ciascuno dei paesi coinvolti e mostrare perché l'Europa non è mai stata tanto divisa sul tema dell'immigrazione.

In Italia, la linea intransigente guadagna popolarità nei sondaggi.

ROMA - La decisione dell'Italia di respingere l'Aquarius, per quanto drammatica, era prevedibile. L'incidente dell'Aquarius arriva dopo due interventi significativi da parte di Matteo Salvini, leader del partito anti-immigrazione della Lega, durante la sua prima settimana al governo. Il primo, la visita al porto di Pozzallo, simbolo degli sbarchi in Sicilia, in cui ha dichiarato che l'Italia non può￲ più fungere da "Campo profughi d'Europa". Il secondo, la decisione di non partecipare al vertice UE in Lussemburgo, in cui si cercherà di emendare il regolamento di Dublino che attribuisce al paese di arrivo la gestione dei richiedenti asilo. Salvini, invece, si è detto a favore di un "asse" con Germania e Austria per combattere l'immigrazione illegale.

Il numero dei migranti in arrivo in Italia così come previsto dal regolamento di Dublino si è rivelato troppo grande per Roma, e l'ammissione della scorsa settimana da parte di un portavoce della Merkel che "nessun paese dovrebbe essere lasciato da solo" a gestire la crisi è arrivata troppo tardi. Anche le politiche sull'immigrazione dei precedenti governi Renzi e Gentiloni non sono passate inosservate in Europa. L'ex ministro dell'Interno Marco Minniti - che ha ricevuto l'elogio dello stesso Salvini - ha cercato di adottare la linea dura sugli sbarchi, stabilendo accordi con la Libia per bloccare le partenze avvalendosi dei centri di permanenza sulla costa nordafricana. Ma le scelte di Minniti, pur comportando una diminuzione sostanziale degli sbarchi - 80% in un anno - è stata aspramente criticata dalla sinistra perch← ha portato alla creazione di centri di detenzione in Libia dove i controlli sui diritti umani sono scarsi, e dalla destra per l'eccessiva clemenza verso gli altri paesi dell'Ue.

Ma il suo successore ha voluto spingersi oltre. La decisione di Salvini di bloccare l'Aquarius è un atto ostile contro le ONG e la scelta di respingere altre due navi ne è la prova. Ma, oltre a rendere praticamente impossibile l'approdo delle imbarcazioni ONG in Italia, la nuova posizione italiana - proposta dal Primo Ministro Giuseppe Conte durante il vertice di Parigi con Macron della scorsa settimana - mira a "sigillare" le frontiere esterne attraverso la creazione di hotspot nei paesi di origine.

Il Ministro dell'Interno, che si recherà in Libia per "chiudere la rotta" dal paese ancora immerso nel caos dopo la caduta del presidente Gheddafi, ha inoltre annunciato che chiederà alla Guardia Costiera di tenersi più vicina alle coste italiane. "Nel Mediterraneo sono diversi i paesi che possono intervenire: Nord Africa, Francia, Spagna, Portogallo. Non possiamo permetterci di accogliere mezza Africa in Italia", ha dichiarato Salvini. Sul piano politico, la linea dura guadagna popolarità fra gli elettori. Secondo un'indagine pubblicata da Repubblica, la decisione di non autorizzare lo sbarco dell'Aquarius è stata sostenuta dal 58% degli elettori.

Stefano Baldolini, HuffPost Italy

La Merkel ha solo pochi giorni per trovare un accordo nel suo paese e all'estero.

BERLINO - Lunedì il rischio di una crisi di governo in Germania non è stato scongiurato, ma solo posticipato. Angela Merkel e il partito CDU continuano a subire le pressioni del Ministro dell'Interno Horst Seehofer, leader del CSU, il partito fratello del governo, per modificare la politica sui rifugiati alla frontiera. Seehofer vuole respingere tutti i migranti e i rifugiati che non dispongono di documenti o che sono gi¢ registrati in altri paesi UE. Come spiegato a HuffPost da Jurgen Bast, professore di diritto europeo, questo comporterebbe in pratica la chiusura delle frontiere e un cambio di rotta nella politica della Merkel sull'immigrazione.

Lunedì la cancelliera ha dichiarato ai media che cercherà di trovare una soluzione europea multilaterale al problema dei rifugiati, in vista del vertice Ue della prossima settimana. Fino ad allora, continueranno i suoi confronti bilaterali con Italia, Austria, Grecia e altri paesi interessati dal flusso dei rifugiati.

Merkel ha aggiunto che un eventuale fallimento nella negoziazione degli accordi a inizio luglio non si tradurrà nell'attuazione della politica di Seehofer - che la stampa e Seehofer in persona chiamano "masterplan". Anzi, ci saranno ulteriori negoziazioni tra CDU e CSU. Dal momento che quasi tutti gli osservatori sono scettici sulla possibilit¢ di trovare una risposta su scala europea in meno di due settimane, si prevede un prolungamento del dibattito.

Seehofer non si è dimostrato soltanto sleale nei confronti della Merkel, ma anche irrispettoso. Stando a quanto riportato da Welt am Sonntag, avrebbe detto ad alcuni parlamentari del CSU: "Non posso più lavorare con questa donna". Lunedì, durante una conferenza stampa a Monaco, ha dichiarato che confida ancora nell'entrata in vigore del suo masterplan. Merkel ha ribadito che lei è l'unica in grado di prendere la decisione finale, ma nella disputa attuale si è mostrata più debole che mai.

Giovedì Omid Nouripour, deputato del partito dei Verdi, ha dichiarato a HuffPost Germania: "La gente ha la forte sensazione che si sia perso il controllo. Questo è dovuto soprattutto al caos generale che regna nel governo." I sondaggi mostrano che CDU e CSU stanno perdendo la fiducia delle persone. Adesso sono appena al 30% del consenso, il peggior risultato degli ultimi tempi. Solo in Baviera, paese di origine del CSU, la gente sembra apprezzare l'operato del partito esercitando pressioni sulla Merkel, come indica un altro sondaggio.

C'è da aspettarsi che la Merkel avrà confronti serrati con altri leader europei non solo per salvare la sua politica eurocentrica ma anche il suo lascito: una Germania non protezionista, liberale e dalle ampie vedute. Dunque, all'inizio di luglio, avrà luogo lo scontro finale del governo tedesco che potrebbe decidere del suo futuro.

Lennart Pfahler, HuffPost Germany

Macron sul filo del rasoio.

PARIGI - nonostante abbia mantenuto una posizione progressista e aperta durante la campagna presidenziale (una delle sue tematiche principali è stata la "benevolenza"), all'inizio della primavera Emmanuel Macron ha approvato una legge su asilo e immigrazione considerata da alcuni come la più repressiva nella storia della Quinta Repubblica; il 52% dei francesi si è detto contrario. Più in generale, in Francia la questione immigrazione rivela un paradosso. Secondo un sondaggio pubblicato a febbraio, il 65% dei francesi crede che la "Francia abbia il dovere di accogliere i rifugiati perseguitati". Allo stesso tempo, il 63% sostiene che ci siano "troppi immigrati in Francia attualmente."

Macron è stato eletto nel movimento centrista dagli elettori delusi sia dalla sinistra che dalla destra. Ha sempre detto di trovarsi in una posizione intermedia. Adesso, l'opinione comune è che si trovi "a destra e basta". E i sostenitori di sinistra, inclusi alcuni parlamentari, vedono il rifiuto di Malta e Italia di accogliere l'Aquarius come un'occasione per dimostrare che la tradizione di una "Francia accogliente" non si è persa. Ma con la mancata proposta di ospitare la nave in Corsica (isola del Mediterraneo molto più vicina della Spagna sulla rotta della nave) l'occasione è sfumata. Il 56% dei francesi crede, tuttavia, che abbia fatto bene a non accoglierla. Parallelamente, il presidente ha scatenato una mini-crisi diplomatica con l'Italia accusando i suoi leader di "cinismo e irresponsabilità".

Macron adesso promette di avanzare una "proposta ambiziosa" nelle prossime settimane per riformare la politica europea sulle migrazioni. Nel suo discorso al Parlamento Europeo dello scorso aprile, ha ribadito l'esigenza di "sbloccare il dibattito sul reinsediamento e la ricollocazione di Berlino". In risposta, ha proposto lo stanziamento di un nuovo fondo europeo per finanziare le comunità locali che ospitano i rifugiati. La Francia difende un rafforzamento dell'agenzia Frontex per monitorare meglio le frontiere esterne dell'Unione Europea. Macron, inoltre, è anche pronto a potenziare il lavoro dei servizi francesi nei paesi di partenza, un piccolo passo avanti per quanti, come gli italiani, richiedono centri di smistamento nei paesi di origine.

Paul Ackermann and Alexandre Boudet, HuffPost France

Il nuovo governo spagnolo cambia i giochi.

MADRID - "Ho dato istruzioni perché la Spagna accolga la nave Aquarius nel porto di Valencia. E' nostro dovere offrire un porto sicuro a queste seicento persone. Ci atteniamo agli accordi internazionali in tema di crisi umanitarie."

Il suo mandato da Primo Ministro era iniziato da appena cinque giorni quando, con un solo tweet, Pedro Sanchez ha preso una decisione radicalmente opposta alla politica sui rifugiati del precedente governo conservatore, annunciando che la Spagna avrebbe accolto i 630 a bordo dell'Aquarius, alla deriva nel Mediterraneo. Il precedente governo di Mariano Rajoy era stato criticato per il mancato rispetto della quota migranti precedentemente stabilita. Nel 2015, la Spagna dichiar￲ che avrebbe ricollocato 17.337 persone. Due anni dopo ne ha accolte solo 2792, meno di un quinto di quanto promesso.

I sondaggi indicano che gli Spagnoli non guardavano di buon occhio l'approccio di Rajoy. Secondo un'indagine di Amnesty International, in quel periodo il popolo spagnolo era quello che sosteneva con più forza la decisione di garantire l'accesso alle procedure di asilo, con il 78% favorevole a offrire protezione a quanti fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni.

Ma, in una svolta radicale nella politica sull'immigrazione, il governo di Sanchez si è mostrato disposto ad accogliere gli immigrati e ad affrontare la questione non come un problema della sola Spagna, ma dell'intera Unione Europea. "E' un campanello d'allarme in Europa" ha avvertito la portavoce del governo Isabel Cela. Questa svolta ha ricevuto il sostegno di tutti i partiti che hanno reso possibile la nomina di Sanchez a primo ministro.

I migranti giunti in Spagna sono stati meno del previsto, ma il numero sta salendo in fretta con più di mille persone salvate dalla guardia costiera spagnola tra venerdì e sabato. Consapevole di questo, il partito socialista operaio spagnolo, che supporta il governo Sanchez, esige una rapida soluzione su scala europea.

Tutti gli occhi, inclusi quelli della Spagna, sono puntati sulla prossima riunione del Consiglio Europeo, soprattutto adesso che Angela Merkel ha ricevuto un ultimatum dai suoi alleati al governo per arrivare ad un accordo, pena la perdita del loro supporto.

Carolina Abellan, HuffPost Spain

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