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Esteri

Aquarius attracca a Malta. Unchr: "Bene soluzione, ma serve un piano per il Mediterraneo"

Darrin Zammit Lupi / Reuters
Darrin Zammit Lupi / Reuters 

La nave umanitaria Aquarius, con a bordo 141 migranti soccorsi venerdì in mare, è arrivata in porto a Malta. Il Governo della Valletta ha dato il via libera dopo un accordo con altri cinque Paesi europei che si sono impegnati ad accogliere i migranti a bordo. L'esercito maltese è stato mobilitato per facilitare lo sbarco delle persone, originarie in maggioranza da Somalia ed Eritrea. Dei 141 migranti, 25 hanno trascorso 35 ore alla deriva in mare, 73 sono minori di cui 67 non accompagnati.

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L'Unhcr commenta con "favore la fine della situazione di stallo rispetto all'Aquarius e il fatto che 141 bambini, donne e uomini non siano più bloccati in mare" ed elogia inoltre quei Paesi europei che si sono proposti di offrire posti per le persone soccorse e di trasferirle dopo lo sbarco, ma in una nota sottolinea la necessità di un approccio prevedibile per gli sbarchi. "La situazione non dovrebbe mai arrivare a questo punto. È sbagliato, pericoloso e immorale tenere le navi di soccorso a vagare nel Mediterraneo mentre i governi competono su chi può assumersi anche la minima responsabilità" ribadisce l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi. L'Unhcr ha ripetutamente richiesto un approccio regionale per gestire le operazioni di salvataggio e sbarco nel Mediterraneo e ha formulato proposte precise in una nota congiunta del 27 giugno insieme all'Agenzia delle Nazioni Unite per le Migrazioni (OIM). "C'è un urgente bisogno di rompere con questa continua corsa a creare impasse e approcci ad hoc nave-per-nave su dove far attraccare le persone soccorse", ha detto Grandi. "Solo in presenza di porti sicuri chiaramente identificati, i comandanti saranno certi che, quando risponderanno alle chiamate di soccorso, saranno in grado di sbarcare rapidamente le persone a bordo e non diventeranno oggetto di lunghe negoziazioni".

Già quest'anno più di 1.500 persone sono morte o disperse nel Mediterraneo. Lungo la rotta del Mediterraneo centrale in particolare, il tasso di mortalità è triplicato, e ora si attesta a 1 persona che muore ogni 17 che tentano la traversata, rispetto a 1 su 43 durante lo stesso periodo dell'anno scorso.

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