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Cultura

Motta: "Piango sempre, alle donne piace. L'immigrazione? È nutriente avere a che fare con il diverso"

Rosdiana Ciaravolo via Getty Images
Rosdiana Ciaravolo via Getty Images 

"Roma è una città piena di band, in cui si fa molta musica, a me ha dato tantissimo. È bello che ci sia un'attenzione maggiore rispetto a tanti anni fa. Non la chiamerei indipendente o indie. La chiamerei musica italiana e basta". Rifiuta l'etichetta, ma della musica indie di questo tempo, Francesco Motta è considerato tra i principali rappresentanti. Nato a Livorno, cresciuto a Pisa, a 32 anni Motta vive a Roma della sua musica.

In un'intervista rilasciata al Messaggero, ha parlato delle sue idee politiche, convinto siano abbracciate anche dal suo pubblico.

Io sono di sinistra, nato e cresciuto. Sono convinto che tra il mio pubblico non c'è nemmeno un leghista. O se c'è allora non ha capito niente. È come se fossimo una famiglia: la pensiamo tutti uguale sulle cose importanti. Sono intollerante verso gli intolleranti. L'immigrazione? È nutriente per le persone avere a che fare con il diverso. Dove c'è la paura c'è una fragilità di fondo.

Motta non nasconde le sue fragilità, non se ne vergogna.

I maschi dicono che non piangono mai. Io invece sto sempre a piangere. In quel'ultimo anno ho pianto tanto, anche di felicità. E comunque la fragilità maschile piace alle donne. Non è che siamo meno uomini se piangiamo.

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