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Politica

"Bravo Salvini, troviamo un accordo per il bene del paese". Intervista a Stefano Buffagni

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"Ho apprezzato molto il gesto di Matteo Salvini, e lo ringrazio". Stefano Buffagni è sottosegretario del Movimento 5 stelle agli Affari regionali. Ma soprattutto è uno degli uomini chiave per Luigi Di Maio quando al centro dell'agenda politica ci sono temi economici. E alla vigilia di un Consiglio dei ministri cruciale per comporre i dissidi sul decreto fiscale, lancia un messaggio distensivo all'alleato leghista: "Credo che nell'interesse del paese dobbiamo abbassare i toni e lavorare insieme. È normale che a volte con la Lega ci possano essere incomprensioni, anche legittime. Ma se ci sediamo intorno a un tavolo, anche con i tecnici, un'intesa si trova sempre".

Sottosegretario ci spiega questa ormai famigerata manina che origine ha?

Il punto è che evidentemente il testo messo a punto dai funzionari non teneva conto dell'accordo politico. E il clima di sospetto che si è creato intorno ad alcune delle strutture di supporto all'azione del governo e dei ministri di certo non aiuta. Basti pensare all'emendamento sulla Croce Rossa che tanto ha fatto discutere. I tecnici vanno rispettati, ma è la politica a decidere. E la mala pratica per cui ad accordi politici seguono testi che ne differiscono, va estirpata.

Oggettivamente l'uscita di Luigi Di Maio a Porta a Porta non ha aiutato. Non poteva discuterne con il Carroccio e trovare un punto di caduta?

Bisogna considerare il clima. I giornali titolavano sul condono, la pressione era fortissima, e giustamente ha deciso di alzare politicamente i toni. Quel che ha detto ha contribuito a portare sotto i riflettori le criticità che in queste ore stiamo risolvendo.

Molti di voi nelle ultime 48 ore si lamentano di Giancarlo Giorgetti, e del potere eccessivo di cui gode a Palazzo Chigi.

Non c'è nessuna preoccupazione sul suo eccesso di potere. Guardi, mi faccia ribaltare il concetto.

Prego.

Sta a noi, soprattutto sulle tematiche che più ci stanno a cuore nel contratto di governo, portare avanti con dedizione e decisione i contenuti, e verificare tutti i passaggi. E se c'è un vuoto, essere capaci di riempirlo con intelligenza prima che lo faccia qualcun altro.

Quindi la situazione si è risolta? Non vede rotture all'orizzonte?

Io un rischio di rottura non l'ho mai considerato. Fa parte delle regole del gioco il confronto politico, spesso anche aspro. Ma tale rimane. Ma questo è un discorso relativo ai nostri movimenti. Allargando l'orizzonte, una rottura sarebbe deleteria per il bene del paese, e dobbiamo remare in direzione contraria, anche incominciando ad abbassare tutti i toni in questa fase così delicata. Siamo forze politiche con sensibilità diverse che stanno insieme su un contratto contratto di governo da realizzare per il bene dei cittadini.

Deve concedere che il primo ad ammorbidire i toni è stato Salvini.

Il clima è stato teso da ambo le parti, e sta all'intelligenza di ognuno giocare in anticipo sulle sensibilità dell'altro. In questo senso ho apprezzato molto il suo gesto, e lo ringrazio.

Tuttavia dicendo che Conte era presente in Cdm e Di Maio ha verbalizzato si è voluto togliere qualche sassolino dalle scarpe.

È normale dialettica che segue ai momenti un po' più tesi. Ma ha anche detto che un accordo si troverà. Mi interessa questo, e non la corsa a puntare il dito l'un l'altro. Le persone dal governo del cambiamento si aspettano fatti e risposte concrete. I litigi li lasciamo al Pd, e credo che anche su questo siamo tutti d'accordo.

Capitali dall'estero, antiriciclaggio e soglie massime: qual è il punto di caduta?

Parlare di scudo fiscale è antistorico e antieducativo e non è accettabile per noi e per i nostri 10 milioni di elettori. Di Maio ha ragione e pone l'attenzione su un punto fondamentale: qual è il contribuente che va a dichiarare capitali posseduti all'estero con una dichiarazione integrativa? Nessuno. Perché se io oggi ho un capitale all'estero e lo dichiaro, posso pagare due aliquote a seconda del bene, l'Ivafe e l'Ivie, che sono bassissime. Che senso avrebbe pagare il 20%?

Me lo spieghi lei.

Avrebbe senso solo se ci si para da reati di riciclaggio e penali nonostante misure già messe in campo negli anni passati da altri governi.

Bene, ma non mi ha risposto alla domanda.

La risposta è che un conto è andare incontro a chi ha fatto "errori" o "dimenticanze", oppure ha dichiarato in un momento in cui non poteva permettersi di pagare, e dargli una mano. Un altro è tendere una mano ha chi ha avuto comportamenti illeciti, e dargli un salvacondotto. Su questa base il punto d'incontro è naturale, anche la Lega non può non essere d'accordo perché sulla legalità non credo ci siano divisioni.

Sulla possibile sommatoria delle cartelle evase?

Anche su quello si troverà un'intesa nel Consiglio dei ministri di domani, poi se ne discuterà in Parlamento.

A proposito del Cdm. Ieri Conte dicendo "il premier sono io" si è imposto, forse per la prima volta a muso duro, sui dissidi interni. Oggi Giorgetti dice che gli stavano "bruciando la casa" mentre lui era fuori.

Il presidente del Consiglio sta lavorando molto bene, ritagliandosi un'ottima credibilità internazionale. Per questo ha bisogno di un governo alle spalle che lavori con lui e lo supporti, perché sta giocando su tavoli complicati. Ma sono convinto che, sia lui sia le forze politiche che lo sostengono, alla fine terranno sempre al primo posto i cittadini.

Mi pare di capire che si va verso la risoluzione delle tensioni. Che tuttavia potrebbero riesplodere lunedì, quando l'Italia deve rispondere alla lettera di richiamo di Bruxelles.

Non credo che quella lettera stupisca nessuno. Il governo deve rimanere compatto e spiegare le motivazioni che sostengono la manovra, a partire dalla tenuta sociale del paese, perché il quadro di riferimento non può essere solo la finanza. La sostenibilità del nostro debito pubblico con i fondamentali che abbiamo è garantita e lo dobbiamo ai nostri creditori ma anche ai nostri figli per assicurargli un futuro migliore.

Non vi irrita che vi abbiano chiesto una risposta a mercati aperti?

Mi fa sorridere la velocità che hanno nel giudicarci e nel pretendere da noi risposte, cosa che non avviene con gli altri paesi.

Come risponderete?

Sostenendo la manovra del cambiamento e il ruolo sociale indispensabile che avrà in Italia. Perché uno scambio di lettere non è un'interlocuzione, serve un serio dibattito politico su questi temi. Se quando l'Europa cresce tutti ci dicono che siamo il fanalino di coda ci sarà un motivo. E la soluzione è investire, non tagliare.

A proposito di dibattito politico. Ieri Moscovici ha incontrato Zingaretti...

Non lo sapevo, ho cose più importanti di cui occuparmi. Certo è che sono scelte politiche fatte da quello che si definisce un controllore dei conti indipendente. E che non rafforzano la sua posizione. Anzi.

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