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Politica

"Bocciatura certa". Matteo Salvini anticipa il giudizio Ue

Simona Granati - Corbis via Getty Images
Simona Granati - Corbis via Getty Images 

Lasciano palazzo Chigi a piedi, a favore di cronisti e telecamere, e come tre amici vanno a cena in un ristorante del centro di Roma. Questa è l'immagine che il premier Giuseppe Conte e i suoi due vice Di Maio e Salvini vogliono consegnare quando invece le nubi si addensano sopra Palazzo Chigi alla vigilia di una ormai "certa" bocciatura della manovra da parte della commissione Ue, come lo stesso leader del Carroccio ammette a tarda sera.

La cena è servita prima di tutto a rasserenare gli animi, e a sbandierarlo, dopo i reciproci sospetti sulla manina che avrebbe manomesso il provvedimento sul condono: "La manina non ha trovato posto a tavola e neanche ha pagato il conto. Ha offerto Conte, è stato carinissimo", scherza Salvini.

Salvini a cena con Conte e Di Maio: "Mai smesso di fidarmi di loro. Bocciatura Ue certa ma andiamo avanti"

I veri nodi sono stati affrontati in un vertice a Palazzo Chigi con il ministro dell'Economia Giovanni Tria, presente anche il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Quest'ultimo al tavolo perché, nello scontro dei giorni scorsi, la Lega ha annunciato di presentare un emendamento per cancellare il condono edilizio a Ischia inserito da M5s nel decreto Genova. Ma più di ogni altra cosa, ed è stata la portata principale della cena, si prepara il terreno in vista del giudizio della commissione Ue.

"Dobbiamo far capire in Europa che il 2,4% è il tetto massimo, ma la spesa può anche essere inferiore", va ripetendo Conte. Non solo, se la manovra non passerà a causa di pregiudizi sbagliati, l'unica strada - come ha detto il premier alla stampa estera - sarà sedersi al tavolo. Ed è questo il messaggio che, anche Tria, prova a far passare. Che tradotto significa: rivedere le cifre diluendo reddito di cittadinanza e quota cento. Dovrebbe essere questa la linea da tenere in Europa anche se il leader leghista continua a mostrare i muscoli: "Non cambieremo nulla, noi facciamo le nostre scelte, l'Europa fa le sue".

Difficile però che questa presa di posizione possa restare in piedi quando si pronunceranno i commissari Ue. Non a caso ha trovato posto a tavola l'argomento banche e la relativa tenuta, ovvero il punto su cui i timori del governo, come effetto di mercati e bocciatura di Bruxelles, sono maggiormente concentrati. Non a caso, solo qualche giorno fa, fonti di governo ipotizzavano un allargamento - da concordare con Abi - del fondo centrale di garanzie delle banche come piano di compensazione per un eventuale "precipitare" dei titoli in pancia agli istituti italiani.

Nel menu della cena in un ristorante nel cuore di Roma rientra la partita delle nomine Rai. L'accordo sembrava essere stato raggiunto la settimana scorsa ma il decreto fiscale ha fatto saltare tutto. Altra questione la nomina del presidente della Consob, dopo le dimissioni di Mario Nava chieste dalla maggioranza. Uno dei nomi circolati è quello dell'economista Antonio Rinaldi, amico del ministro per gli Affari Europei, Paolo Savona. Sondato sia da M5s che dalla Lega, come rivelato da lui stesso un mese fa, Rinaldi sabato si è fatto vedere alla kermesse Italia 5 Stelle al Circo massimo dove il popolo pentastellato gli ha riservato un vero e proprio bagno di folla.

In questa cena, tra un antipasto e un piatto di tagliatelle, si cerca quindi la schiarita che in parte c'è stata due giorni fa ma non è stata abbastanza. Per tutto il giorno i leader hanno lanciato messaggi distensivi per evitare qualche boccone amaro poco più tardi. Il governo "andrà avanti 5 anni e porterà avanti il programma. L'unica cosa che abbiamo scontato è che nei giorni del problema del condono né io né Salvini né Conte eravamo nello stesso posto. Ogni volta che ci vediamo ci capiamo benissimo", dice Luigi Di Maio che poi aggiunge: "Stanno cercando di mettermi contro Giorgetti, Garavaglia, Bitonci. Ma voglio dire che ho trovato sempre lealtà, noi verso di loro, loro verso di noi". Eppure la "manina" l'aveva denunciata in tv proprio lui minacciando una denuncia in procura.

Comunque sia ufficialmente il leader della Lega ricambia il gesto d'affetto: "Non farò mai mezzo sgambetto al governo del cambiamento per calcoli elettorali. C'è un contratto e vedo di onorarlo fino in fondo. Mi aspetto uguale comportamento da parte di tutti". D'altra parte "con Luigi Di Maio non ho mai litigato".

L'accordo sul condono ha avuto come contropartita il decreto sicurezza, all'esame del Senato, simbolo della lotta all'immigrazione di Salvini. Venerdì scorso, nel pieno dello scontro con Di Maio, Salvini era

sbottato: "Perché i 5Stelle hanno presentato 81 emendamenti come se fossero all'opposizione? Ragazzi non è così che si lavora, non è cosi che si fa tra alleati. Io poi sono ben contento se c'è qualcosa da migliorare". Le proposte di modifica arrivano tutte dall'ala più ortodossa del Movimento, quella che viene considerata più di sinistra. Ma oggi il relatore del testo e presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, il leghista Stefano Borghesi, ha annunciato che 19 degli 81 emendamenti saranno condivisi da tutta la maggioranza. Gli altri, se non ritirati, saranno considerati iniziativa personale con nessuna speranza di passare. Il sigillo è stato messo a tavola.

Tutto ciò per dimostrare che non ci sono stati bocconi amari da ingoiare, ma la settimana, con il giudizio Ue che incombe, si preannuncia più complicata della precedente, e non è detto che la seconda immagine a tre in sintonia, dopo quella di sabato scorso a Palazzo Chigi, possa bastare.

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