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Cronaca

Caso Cucchi, c'è un altro carabiniere indagato per falso

Ansa
Ansa 

C'è il primo ufficiale dei carabinieri indagato nel nuovo filone di indagine per la morte di Stefano Cucchi. Si tratta del tenente colonnello Luciano Soligo che nell'ottobre del 2009 era comandante della compagnia Talenti Montesacro. Si tratta della terza iscrizione nell'indagine, avviata nel giugno scorso, dove si procede per il reato di falso. Con Soligo nei giorni scorsi sono stati iscritti nel registro degli indagati anche il luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della Stazione Tor Sapienza (che dipende proprio dalla compagnia Talenti Montesacro, ndr) e il carabiniere scelto Francesco Di Sano, uno dei piantoni che ebbe in custodia Cucchi prima del trasferimento a piazzale Clodio per il processo per direttissima. Fonti della procura, invece, precisano, che nel procedimento non sono coinvolti al momento i vertici dell'Arma di Roma all'epoca dei fatti. In particolare il generale Vittorio Tomasone, ex comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Alessandro Casarsa, già comandante del Gruppo Roma e il maggiore Paolo Unali, ex comandante della Compagnia Casilina. I tre verranno, comunque, sentiti come testimoni nel processo in corso davanti alla I corte d'assise a carico di cinque carabinieri accusati, a secondo delle posizioni, di omicidio preterintenzionale, calunnia e falso.

L'audizione dei tre, citati come testi da alcuni avvocati, potrebbe avvenire già nel prossimo mese di gennaio anche se l'udienza non è stata ancora calendarizzata.

L'iscrizione di Soligo conferma che il lavoro della procura di Roma punta a definire la catena gerarchica interna all'Arma che tentò di insabbiare il pestaggio di Cucchi che, come raccontato dal carabiniere scelto Francesco Tedesco, sarebbe avvenuto per mano dei carabinieri Alessio D'Alessandro e Raffaele Di Bernardo imputati con lui nel processo.

Proprio davanti alla I corte d'Assise sono emerse le anomalie relative al verbale sullo stato di salute di Cucchi redatto dieci giorni dopo la sua morte dai carabinieri della stazione Tor Sapienza, struttura dove il geometra venne portato dopo la caserma Casilina, teatro del pestaggio. Di Sano, nel corso del processo, ha dichiarato di aver dovuto modificare, dopo un ordine gerarchico, il verbale. Sul punto la scorsa settimana è stato ascoltato per oltre sette ore Colombo. A tirare in ballo Soligo potrebbe essere stato proprio il luogotenente Colombo che nel corso dell'atto istruttorio, secretato dalla procura, potrebbe avere fornito elementi sulla scala gerarchica da cui è partito l'ordine. In questo ambito Soligo è il diretto superiore di Colombo. Il pm Giovanni Musarò venerdì, infine, ha ascoltato, come persona informata sui fatti anche il carabiniere scelto Gianluca Colicchio, l'altro piantone di Tor Sapienza che ha raccontato a processo di anomale contenute nella sua relazione di servizio.

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