Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Politica

Trento per la prima volta alla destra (radicale), a Bolzano Svp mai così male dal '48. L'analisi del Cattaneo sul voto in Trentino Alto Adige

HP
HP 

Fine della storica egemonia della Svp a Bolzano, affermazione per la prima volta della destra a Trento, dopo 20 anni di dominio del centrosinistra e prima ancora della Dc. È questa, ridotta all'osso, la lettura del voto di domenica fatta dall'Istituto Cattaneo. Le elezioni nelle province autonome del Trentino Alto Adige sembrano confermare, al momento, la celebre frase generalmente attribuita all'ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti: "Il potere logora chi non ce l'ha". I partiti di governo continuano a incrementare i loro consensi anche nel ridente Trentino, regione che meno di altre ha pagato dazio alla crisi economica, e successivamente politica con il declino costante dei partiti tradizionali. "Vincono i radicali, perdono i moderati. E non c'è alcun effetto boomerang per i due partiti di governo, che continuano a mietere consensi sull'onda del 4 marzo", dice Marco Valbruzzi, ricercatore dell'istituto bolognese, all'HuffPost. "Insomma, al momento governare paga".

Partiamo da Trento. Dopo vent'anni, il centrodestra vince le elezioni provinciali e ottiene il premio di maggioranza (che scatta al 40%): il presidente della giunta sarà l'attuale sottosegretario alla Salute Maurizio Fugatti, che ha ottenuto il 46% dei consensi, con la Lega primo partito al 27%. "La coalizione di centrodestra in cinque anni ha fatto un salto di circa il 35%", dice Valbruzzi. Risultato ribaltato, quindi, per il partito di centrosinistra rispetto al 2013: il primo partito allora era il Pd, oltre il 22%, il Patt era al 17,55%, la Lega poco sopra il 6% e il M5s non era arrivato al 6%. Cinque anni fa, però, gli autonomisti di Patt e i dem si erano presentati insieme, questa volta invece hanno scelto di dividersi: "Hanno perso molti voti per strada, il 14% circa, a dimostrazione che la scelta di presentarsi con più candidati non ha pagato", aggiunge Valbruzzi. Quanto all'altro azionista di Governo, M5S passa dal 5,8 al 7,2%: anche qui nessun effetto boomerang, ma nemmeno un boom, confermando quel trend "fisiologico" per i grillini nel faticare particolarmente nei voti locali.

Cattaneo
Cattaneo 

Ma il dato più interessante è quello di Bolzano. "Il voto in Alto Adige segna la fine dell'egemonia del partito sudtirolese Svp", dice il ricercatore dell'Istituto Cattaneo. I risultati vanno analizzati, infatti, andando oltre l'aspetto numerico: Svp riesce a non andare sotto la soglia psicologica del 40%, ma potrebbe rivedere la sua storica alleanza con il Partito Democratico. Un sodalizio forte, come si è visto anche alle passate elezioni politiche con la candidatura di Maria Elena Boschi nel collegio blindato di Bolzano. Svp si ferma quindi al 41,9%, "il voto più basso dal 1948", ricorda Valbruzzi. Ma è l'alleato dem a pagare il prezzo più alto: il Pd si dimezza in cinque anni passa dal 6,7 al 3,8% (confronto provinciali) e perde il 6% rispetto al voto del 4 marzo. A Bolzano, differentemente da Trento, il Governatore verrà scelto dal Consiglio provinciale, dove sudtirolesi e Pd hanno perso la maggioranza. "Mi chiedo, perchè no quattro chiacchiere qui a Bolzano tra Salvini, Kompatscher ed Achammer", ha già detto il commissario della Lega in Alto Adige Bessone. Al partito sudtirolese servono tre voti in Consiglio , e per quanto regni la cautela non è escluso un accordo con la Lega, partito al Governo nazionale, nel più classico schema di accordo locale e sostegno in Parlamento, come già visto con il Partito Democratico negli anni scorsi.

Il Carroccio, procedendo senza indugi nel processo di svuotamento di Forza Italia già condotto a livello nazionale, si è affermato quindi come primo partito di lingua italiana: ottiene l'11% nella provincia autonoma, ma solo nel capoluogo a fine scrutinio è primo con il 27,8%, davanti ai sudtirolesi scesi dal 22 al 16%.

Quanto ai 5 Stelle, anche qui classico "effetto fisarmonica del voto locale", a cui va aggiunto la variabile introdotta dalla lista Koellensperger. Quest'ultima, guidata dall'ex consigliere regionale grillino Paul Koellensperger, è la seconda lista a Bolzano, con il 15,2%. Il fuoriuscito dai Cinque Stelle ha guidato una lista simil-M5S in salsa altoatesina, riuscendo a catalizzare il voto di protesta di lingua tedesca anti-Svp in ogni angolo della Provincia più a nord d'Italia. Il voto ai grillini resta stazionario, dal 2,5% del 2013 al 2,3% ma in questo senso è di difficile valutazione proprio per la netta affermazione del nuovo partito guidato dall'ex consigliere Koellensperger.

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione