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Cronaca

No alla recita di Natale a scuola, disturba le altre culture. Polemica a Terni

Giampiero Sposito / Reuters
Giampiero Sposito / Reuters 

No alla recita natalizia perché disturba le diverse culture religiose presenti nell'istituto. Questa la decisione di una dirigente scolastica di Terni che avrebbe vietato lo svolgimento di una iniziativa natalizia legata alla messa in scena di quadri viventi con protagonisti i bambini e a tema la nascita di Gesù, secondo quando comunicato da Valeria Alessandrini, assessore Lega al comune di Terni.

"Inutile sottolineare la delusione e l'amarezza che ho provato nell'apprendere la notizia - prosegue l'assessore - Mi auguro ci sia un ripensamento in tal senso in considerazione del rispetto di quei valori cristiani che fanno parte della nostra storia e del nostro patrimonio culturale. Rispettare chi professa altre religioni non significa dover rinunciare per forza a riconoscere le nostre radici, anzi". Il comunicato ha dato il via a una polemica, cavalcata soprattutto dagli esponenti della Lega.

La replica della dirigente

"L'idea di realizzare nella nostra scuola un presepe vivente era solo un'ipotesi, neanche formulata più di tanto, dunque il fatto è insussistente": così risponde alla polemica sollevata dall'assessore comunale alla Scuola, Valeria Alessandrini, la dirigente scolastica della primaria del centro di Terni dove sarebbe stata vietata una recita natalizia legata alla nascita di Gesù.

"Ma il termine vietare è assolutamente inappropriato e il tema non dovrebbe essere all'ordine del giorno degli interessi di un assessore" ribatte la preside. Spiegando che la scuola in questione è "un esempio di tolleranza, rispetto e integrazione".

"È sufficiente aprire l'home page del sito web della direzione didattica - continua - per notare che viene riportata la visita pastorale del vescovo Giuseppe Piemontese. In tutte le scuole della nostra direzione vengono fatti presepi e canti natalizi, dunque il rispetto è totale per tutte le sensibilità, anche religiose. Ma senza superare - conclude la dirigente - certi limiti e seguendo le regole base imposte dal principio di laicità della scuola".

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