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Economia

Bruxelles studia le carte di Conte, primo giudizio positivo

ARIS OIKONOMOU via Getty Images
ARIS OIKONOMOU via Getty Images 

Sulla legge di bilancio il Governo italiano ha fatto buoni progressi. Da quando è entrata nel vivo la trattativa tra Ue e Roma sulla manovra economica bocciata dalla Commissione, è la prima volta che da Palazzo Berlaymont si spingono ad un commento positivo. C'è ancora da fare delle valutazioni tecniche, sottolinea un portavoce della Commissione dopo l'incontro a Bruxelles tra Giuseppe Conte, accompagnato dal ministro Giovanni Tria, con il presidente Jean Claude Juncker e i due vice Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici. Ma soprattutto ora la Commissione dovrà confrontarsi con gli Stati membri ed eventualmente convincere i falchi olandesi, i finlandesi, gli austriaci, insomma i più furiosi con Roma. Con loro dovrà introdurre il tema che non è il caso di aprire una procedura di infrazione, sempre che la stessa Commissione ne sia convinta.

Andrà così? Giovedì intanto tutti i leader europei arriveranno a Bruxelles per il Consiglio europeo di fine anno. Sarà l'occasione per confrontarsi, nei colloqui a margine, delle nuove carte portate da Conte ai commissari. Nuovi saldi, che fanno scendere il deficit nominale dal 2,4 per cento - la punta dell'iceberg che ha scatenato la bocciatura europea del documento di bilancio italiano - al 2,04 per cento. Insomma, poco al di sopra del 2 per cento, laddove la Commissione chiedeva però l'1,8, al massimo 1,9 per cento. Messa così, il 2,04 per cento sembrerebbe la giusta mediazione tra le due posizioni, ammesso che non cresca il deficit strutturale, come promette Conte annunciando una crescita addirittura superiore alle previsioni del governo.

Ecco perché la Commissione vuole vederci chiaro. "Le relazioni tecniche - dice il presidente del Consiglio italiano parlando con i giornalisti alla fine del vertice - hanno consentito un margine di negoziazione per recuperare risorse per negoziare ora con la Commissione". Si intende che arrivare all'ultimo momento a Bruxelles con una nuova proposta è servito al Governo italiano per cercare almeno di rimandare la procedura di infrazione sulla quale la Commissione si preparava a compiere un altro passo decisivo la settimana prossima, scrivendo le raccomandazioni per Roma da passare all'esame dell'Ecofin il 22 gennaio per la scelta definitiva. Ecco, il fatto che si negozierà ancora, come sottolineano fonti del Mef annunciando che Tria si siederà ancora ai tavoli europei a partire dai prossimi giorni, può produrre uno slittamento delle decisioni finali a dopo le feste natalizie.

A quanto si apprende, l'ormai nota 'quota 100' sulle pensioni, la più invisa ai leader europei, scatterà operativamente solo a ottobre dell'anno prossimo. Tenuto conto dell'esigenza di "garantire la continuità e il buon andamento dell'azione amministrativa" i lavoratori pubblici che conseguiranno il diritto alla cosiddetta Quota 100 entro il primo aprile 2019 potranno andare in pensione dal 1 ottobre 2019, si legge nella bozza di provvedimento sulla previdenza secondo l'Ansa.

Dal canto suo, il capo del Governo promette che la "fiducia degli italiani non è stata tradita su reddito di cittadinanza e quota 100: rispetteremo sia le platee che gli importi". Anche Tria, in evidente difficoltà in un Governo che con l'Ue ha tirato la corda fino all'ultimo, parla in termini positivi al termine dell'incontro, convinto che la Commissione "non stia usando due pesi e due misure" tra Roma e la Francia di Macron che ha annunciato altre spese in deficit per placare i 'gilet gialli'. Sono le stesse parole usate oggi da Moscovici: segno evidente di una disponibilità a mediare, oggi più vera delle puntate precedenti.

"Evitare la procedura? Sto lavorando per questo: sono molto ambizioso, non mi sarei seduto al tavolo per risultato minore", dice Conte. Se andrà davvero così, lo si capirà nel confronto tra i leader nazionali, come sempre in una Unione in cui non decidono le istituzioni europee in quanto tali ma gli Stati. Di certo, per una Ue colpita al cuore dall'attentato di Strasburgo, la rivolta dei 'gilet gialli', il caos Brexit, aprire un vero fronte con l'Italia, paese fondatore, è sentiero stretto. Ma fino a ieri era questa la disposizione d'animo della Commissione. Ora che ci sono nuove carte, c'è bisogno del supplemento tecnico, per trovare una via d'uscita onorevole per tutti da tunnel della minaccia della procedura di infrazione.

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