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Politica

Davigo contro Gratteri, i giudici litigano sulla cena organizzata da Annalisa Chirico

Piercamillo Davigo - Nicola Gratteri
Piercamillo Davigo - Nicola Gratteri 

Si arricchisce di nuovi dettagli la polemica nata dalla partecipazione di alcuni magistrati alla cena con i politici organizzata dall'associazione della giornalista Annalista Chirico. A puntare il dito contro i colleghi - in primis Nicola Gratteri - che hanno partecipato all'evento la corrente guidata da Piercamillo Davigo. "La Magistratura, a differenza della Politica, non deve cercare legittimazione sociale ma preoccuparsi della perdita di credibilità nei confronti della pubblica opinione. Questo rischio sussiste anche se viene appannata l'immagine di autonomia ed indipendenza rispetto alla Politica e ai cosiddetti 'poteri forti'. Riteniamo che la partecipazione a una superpubblicizzata iniziativa-cena di lusso, insieme a politici, imprenditori e in generale uomini di "potere", rischi di appannare proprio l'immagine di autonomia e indipendenza della Magistratura, che va invece preservata e custodita gelosamente".Lo afferma in una nota il Coordinamento di Autonomia e Indipendenza, la corrente della magistratura che ha come leader Piercamillo Davigo, a proposito della cena-evento organizzata dall'associazione Fino a prova contraria e alla quale hanno partecipato magistrati (tra gli altri i procuratori di Palermo Francesco Lo Voi e di Catanzaro Nicola Gratteri), politici (a cominciare dai ministri Salvini e Bongiorno) e rappresentanti del mondo dell'imprenditoria.

La credibilità della Magistratura non dipende però solo da queste vicende. In particolare, passa anche dalla trasparenza e dalla qualità dell'azione del Csm, la cui azione e trasparenza sono "fortemente compromesse dallo strapotere delle correnti e dalle logiche di appartenenza che pervadono le scelte consiliari", afferma ancora A&I.

"Non si riesce a spezzare questo meccanismo infernale delle scelte per appartenenza", "un sistema che, alla fine, delegittima anche i colleghi prescelti", sostiene la corrente, spiegando che anche nella proposta di nomina di nuovi quattro magistrati segretari del Csm "la rigida appartenenza correntizia ancora una volta l'ha fatta da padrone".

"Così non va. Nel nostro programma elettorale vi era la proposta di prevedere un concorso con prova scritta anonima per questi posti. I consiglieri Ardita e Davigo hanno chiesto l'apertura di una pratica sul punto. Dobbiamo continuare a denunciare questa situazione, dobbiamo incalzare il CSM chiedendo ai consiglieri di rispettare gli impegni elettorali e realizzare quella svolta promessa prima del voto. Riformiamoci dall'interno - conclude il gruppo - prima che la riforma, senza più ancore di salvezza, arrivi dall'esterno".

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