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Cultura

Era stato operato nella pancia della mamma al Gemelli: Tommaso è nato e sta bene

smrm1977 via Getty Images
smrm1977 via Getty Images 

Effettuato al Policlinico Gemelli un eccezionale intervento in utero alla ventiseiesima settimana di gravidanza per correggere un difetto di sviluppo fetale (la mancata chiusura del tubo neurale, nota come spina bifida): la gravidanza si è conclusa con successo e il bimbo, Tommaso, è nato qualche giorno fa e sta bene. Ora proseguirà le cure presso il Centro spina bifida del Gemelli, struttura di riferimento nazionale. Tommaso era affetto da una grave forma di spina bifida, il mielomeningocele, caratterizzata dalla mancata chiusura del tubo neurale a livello lombosacrale.

In genere si interviene dopo la nascita, ma questi difetti peggiorano nel corso della gravidanza. Per questo si è optato per una correzione precoce in utero. I difetti del tubo neurale riguardano lo sviluppo del sistema nervoso e interessano circa 1 su 3.000-3.500 nati vivi in Italia. Compaiono molto precocemente, in genere nel primo mese di gravidanza, per questo è importante fare prevenzione assumendo acido folico da almeno tre mesi prima della gravidanza e per tutto il primo trimestre. Le conseguenze della mancata chiusura del canale neurale, vanno da problemi motori agli arti inferiori, al mancato controllo degli sfinteri vescicale e rettale. Il bambino è stato operato alla ventiseiesima settimana di gravidanza lo scorso 4 giugno, con una tecnica di open surgery.

La delicatissima anestesia è stata affidata a Stefano Catarci della UOC Anestesia in Ostetricia, Ginecologia e Terapia del dolore 2, diretta da Gaetano Draisci, mentre Marco De Santis ha effettuato l’intervento ostetrico, coadiuvato da Lucia Masini. Dopo aver inciso l’addome della mamma, con un taglio cesareo modificato, è stato “esteriorizzato” l’utero e, dopo l’apertura del sacco amniotico, gli ostetrici sono arrivati al bambino. E qui è iniziata la fase neurochirurgica dell’intervento, durata 35-40 minuti e affidata a Gianpiero Tamburrini responsabile della UOC di Neurochirurgia Infantile della Fondazione e a Luca Massimi. “In visione microscopica - spiegano i neurochirurghi - abbiamo ricostruito il midollo che era letteralmente aperto e malformato. Lo abbiamo quindi riallocato nel canale spinale”. È stato quindi ricucito il sacco amniotico, la parete uterina e infine la parete addominale della mamma.

È il primo intervento di questo tipo effettuato in utero al Gemelli, uno dei primi in Italia. “Le tecniche chirurgiche - commenta Claudia Rendeli, dell’Istituto di Clinica Pediatrica dell’Università Cattolica e responsabile della UOSD di Spina bifida e uropatie malformative - sono fondamentali per la riparazione della lesione, ma molto importante è l’approccio multidisciplinare, vero punto di forza del nostro centro, che segue oltre 1.500 pazienti con spina bifida ed è un punto di riferimento a livello nazionale. L′85% dei nostri assistiti ha un quoziente di intelligenza normale, va a scuola, fa sport; diverse nostre pazienti si sono sposate e hanno avuto bambini sani”.

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