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Esteri

Prende forma una nuova agenda

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“Siamo all’inizio di un’estinzione di massa e tutto quello di cui siete capaci è parlare di denaro e raccontare favole di un’eterna crescita economica? Come osate?”. È attorno a quel “come osate”, ripetuto più volte e divenuto già discorso-icona di una generazione, che ha preso forma oggi all’Onu una nuova agenda. Un’agenda che certifica il consenso dei leader mondiali su una nuova idea di ambiente. Con gli occhi umidi, la voce incrinata dall’emozione e il solito sguardo che è un manifesto della determinazione, l’attivista 16enne ha sferzato i leader mondiali riuniti al summit dell’Onu sul clima. “Noi vi teniamo d’occhio. Se sceglierete di deluderci, non vi perdoneremo mai”.

 

Il discorso di Greta all'Onu: "Ci avete rubato i sogni e l'infanzia"

 

E i leader mondiali, almeno a parole, ci provano ad accogliere l’appello di una generazione determinata a combattere per l’emergenza climatica. Riuniti al Palazzo di Vetro per parlare di clima – un fatto già inimmaginabile fino a qualche anno fa – i capi di Stato e di Governo si propongono di aggiornare l’ambizioso piano che, a sua volta, intendeva con uno sforzo comune limitare il riscaldamento del pianeta entro i 2 gradi. L’obiettivo sarebbe quello di rivedere, entro il 2023, i target da raggiungere su diversi fronti.

In questo senso, a poche ore dall’inizo del Climate summit, 66 Stati hanno aderito al principio di neutralità del carbonio entro il 2050. Vale a dire, raggiungere un’economia a zero emissioni di diossido di carbonio. Finora, solo una ventina di paesi hanno incluso questo orizzonte nella loro legislazione nazionale o avviato questo processo. L’Unione europea spera di raggiungere un consenso tra gli Stati membri nel 2020. “Sessantasei governi, 10 regioni, 102 città, 93 aziende e 12 investitori si sono impegnati nel raggiungere le zero emissioni nette di Co2 entro il 2050”, si legge in un comunicato del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. “L’emergenza climatica è una gara che stiamo perdendo, ma possiamo vincerla”, ha continuato Guterres.

Ci punta Angela Merkel, che pochi giorni fa – durante la settimana dello sciopero globale per il clima – ha annunciato investimenti green per almeno 100 miliardi di euro entro il 2030. Un piano ambizioso pensato anche per portare la Germania fuori dalla recessione, nel solco di quel “green deal” indicato come priorità dalla nuova presidente della Commissione europea, la tedesca Ursula von der Leyen.

Merkel ha ha incontrato Greta a margine del vertice, come ha prontamente documentato via Twitter il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert. Nella foto si vede la cancelliera seduta su un divanetto accanto alla giovane attivista svedese prima dei discorsi ufficiali, le due sembrano conversare piacevolmente.

 

 

“Noi tutti abbiamo sentito il grido d’allarme dei giovani”, ha poi detto Merkel nel suo discorso al vertice sul clima, assicurando che il ‘pacchetto clima’ varato pochi giorni fa dal governo tedesco è “l’inizio di un cambiamento profondo” in atto in Germania. A detta della cancelliera, il governo tedesco intende dare il proprio contributo per arrivare “ad un’economia sostenibile e ad una vita sostenibile in tutto il mondo”. Nel suo discorso, durato 4 minuti, la cancelliera tedesca ha definito “un dovere dei Paesi industrializzati” in quanto primi responsabili degli effetti serra il “combattere il riscaldamento globale con l’innovazione, la tecnologia e il denaro”. La Germania, ha affermato ancora Merkel, assume le sue responsabilità “sia a livello nazionale che internazionale”, ed è per questo che aumenterà la spesa per la lotta al cambiamento climatico da 2 a 4 miliardi rispetto al 2014.

“Se vogliamo agire sul clima, dobbiamo dobbiamo muoverci per diventare carbonio-neutrali nel 2050”, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron. “Abbiamo bisogno che i giovani ci aiutino a cambiare le cose”. Il capo dell’Eliseo ha poi espresso soddisfazione per la decisione della Russia di ratificare l’accordo sul clima. Proprio oggi, infatti, il primo ministro russo Dmitry Medvedev ha dichiarato di aver firmato una risoluzione relativa alla ratifica dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. ”È importante - ha detto Medvedev - che il nostro Paese partecipi a questo processo: la minaccia dei cambiamenti climatici potrebbe compromettere l’equilibrio ambientale, mettere a rischio lo sviluppo di successo di molti settori chiave, come l’agricoltura, e, soprattutto, la sicurezza della nostra gente che vive sul permafrost”.

Alla fine al vertice è comparso anche, a sorpresa, il presidente Usa Donald Trump, che non ha però assistito al discorso iconico dell’attivista svedese. Trump, che ieri aveva annunciato di voler disertare il summit, si è invece presentato durante l’intervento del premier indiano Narenda Modi, che ieri era stato ospite di un evento organizzato dal presidente in Texas.

Piccoli e grandi segnali, insomma, che riflettono la nascita di una nuova agenda green, un tema su cui anche il governo M5S-Pd sta insistendo molto. “Il pianeta ha risorse limitate. Dobbiamo entrare nell’ottica che già i nostri figli, non solo i nostri nipoti, vivranno malissimo”, ha detto il premier Giuseppe Conte parlando alla stampa da New York. Il leader italiano ha rivendicato “il primato dell’Italia nelle energie rinnovabili in Europa”, precisando: si tratta di qualcosa che “non spetta al mio governo o a quello precedente ma a un sistema che sta lavorando da anni, non è una coccarda che mi posso mettere io”. Conte ha poi concluso dicendo: “vogliamo un primato mondiale” su questo tema.

“Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e la vice ministra degli Esteri, Emanuela Del Re al Climate Action Summit”, scrive la Farnesina su Twitter, sottolineando che “l’Italia è in prima linea per la lotta al cambiamento climatico”. Parlando al Tg7 il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti si rivede nel discorso dell’attivista svedese: “Io avrei potuto dire le stesse parole di Greta, credo che la politica sia oggi nella condizione di dover dare delle risposte immediate”. Proprio oggi il suo ministero ha diffuso una circolare che invita le scuole a considerare giustificate le assenze degli studenti che partecipano alle mobilitazioni contro il cambiamento climatico.

 

 

“Noi siamo la generazione politica che può cambiare le cose - ha detto il ministro - e quei ragazzi ci stanno ricordando che non c’è più tempo. Dobbiamo agire adesso e io da ministro sto facendo di tutto affinché le scuole e il mondo dell’università siano all’avanguardia in questo percorso”.

Poco più di un anno fa Greta sedeva da sola fuori dal Parlamento svedese. Era il suo primo sciopero per il clima. Era sola come un cane. Venerdì scorso, per l’ultimo Climate Strike, si stima che in tutto il mondo siano scesi in piazza oltre 4 milioni di studenti e lavoratori. “Vi terremo d’occhio. Se sceglierete di fallire, non vi perdoneremo mai”, ha detto Greta. E quegli occhi ormai sono milioni.

 

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