Cronaca

Cittadinanza, troppo generosi sui nuovi italiani?

Bugie o verità

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“Se un ragazzino di 13 anni fa un gesto importante, in via eccezionale si può dare un riconoscimento. Ma l’Italia è già il Paese che dà più cittadinanze di tutta Europa” (Matteo Salvini in un comizio del 24 marzo)


In termini assoluti, l’Italia è in effetti il primo Paese Ue per concessioni di cittadinanze: oltre 146mila nel 2017. Seguono Regno Unito (123mila), Germania (115mila) e Francia (114mila). Solo in questi quattro Paesi si concentrano ben 500mila naturalizzazioni, il 60% del totale europeo. Ma in rapporto alla popolazione straniera presente nel Paese, l’Italia scivola al nono posto, con 2,9 nuove cittadinanze ogni 100 residenti stranieri nel 2017. Al primo posto troviamo la Svezia con un tasso dell’8,2%, seguita da Romania (5,9%) e Finlandia (5,1%). I tassi più alti si registrano nei Paesi del Nord (Svezia e Finlandia) e in quelli Mediterranei (Portogallo, Grecia, Cipro e Malta). Non solo. Come dimostra uno studio della Fondazione Leone Moressa, per i bambini nati in Italia le cose vanno ancora peggio. Ben il 63,1% dei nuovi passaporti tricolori concessi nel 2017 è finito infatti nelle mani di stranieri adulti. Tradotto: oggi è più facile che diventi cittadino italiano un immigrato adulto che un bambino che nasce qui, cresce qui, studia qui. È uno dei paradossi della vecchia legge sulla cittadinanza, datata 1992.

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