Cronaca

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Ragazzo di 18 anni ucciso alla periferia di Milano con tre colpi di pistola mentre era su un furgone

Lecce, preso l'assassino di Daniele e Eleonora. Ha confessato nella notte: "Erano troppo felici"

Arrestato Antonio De Marco, studente 21enne di Casarano. In passato aveva vissuto in casa di De Santis. Ma ancora non è chiaro il movente. La svolta dopo una settimana di indagini. La procura: "Azione senza pietà"
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LECCE - "Ho fatto una cavolata. So di aver sbagliato. Li ho uccisi perché erano troppi felici e mi è montata la rabbia". Con queste parole Antonio De Marco avrebbe motivato agli investigatori il duplice omicidio. Nella notte, il giovane di 21 anni che studiava per diventare infermiere è crollato e ha risposto alle domande dei pm. Il movente del duplice omicidio, efferato e premeditato, appare ancora poco chiaro.

Omicidio fidanzati Lecce, il killer ripreso dalla telecamera di sorveglianza dopo il delitto


Il comandante provinciale dell'arma dei carabinieri Paolo Dembech ha escluso il movente passionale, "che al momento non si evidenzia" ha detto, spiegando che le ragioni del delitto devono essere ricercate nel periodo di convivenza con la coppia la cui felicità potrebbe aver infastidito il presunto omicida, un ragazzo "introverso, chiuso, con poche amicizie". De Marco, dopo l'omicidio, avrebbe vissuto un'esistenza apparentemente normale. Sorridente e sereno a tavola con i colleghi: appare così, per esempio, a poche ore di distanza dai funerali di Daniele ed Eleonora. Antonio De Marco ha trascorso la serata di sabato 26 settembre partecipando alla festa di compleanno di una sua collega tirocinante presso la scuola infermieri del Vito Fazzi di Lecce.

Il giovane sembra sereno nelle immagini, scattate dagli amici colleghi di corso. Gli stessi che lunedì 28, intorno alle 22, lo hanno visto mentre veniva arrestato dai carabinieri nel nosocomio salentino. Alla vista dei militari il 21enne di Casarano si sarebbe dimostrato tranquillo e sorridente avrebbe chiesto: "Da quanto mi stavate seguendo?".

Dal decreto di fermo che ha portato lo studente in carcere emergono particolari inquietanti. "L'azione è stata realizzata con spietatezza e totale assenza di ogni sentimento di pietà verso il prossimo. Nonostante le ripetute invocazioni a fermarsi urlate dalle vittime - è scritto ancora nel provvedimento - l'indagato proseguiva nell'azione meticolosamente programmata inseguendole per casa, raggiungendole all'esterno senza mai fermarsi. La condotta criminosa, estrinsecatasi nell'inflizione di un notevole numero di colpi inferti anche in parti non vitali (il volto di De Santis) e quindi non necessari per la consumazione del reato, appare sintomatico di un'indole particolarmente violenta, insensibile ad ogni richiamo umano".

Il delitto, ha spiegato il procuratore di Lecce, Leonardo Leone De Castris, sarebbe stato a lungo premeditato e definito nei minimi dettagli. In alcuni bigliettini che l'assassino ha perso nella fuga, è stata trovata non solo la mappa che indicava come evitare le telecamere di sicurezza della zona, ma anche i dettagli "delle attività prodromiche" che avrebbero dovuto precedere l'omicidio.

Antonio De Marco, ritenuto responsabile dell'omicidio del giovane arbitro Daniele De Santis e della fidanzata Eleonora Manta (ansa)
Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, il 21 enne è entrato nella casa dove i due giovani stavano cenando e ha sferrato le prime coltellate contro Daniele in cucina. Il giovane in passato aveva preso in affitto una stanza dell'appartamento e per brevi periodi aveva convissuto con la coppia, che a volte si fermava a dormire nell'appartamento. Su richiesta del proprietario, Daniele De Santis, il giovane aveva lasciato la casa ad agosto e si era trasferito in un altro domicilio, sempre a Lecce. Da allora avrebbe cominciato a pianificare l'omicidio. Gli stessi carabinieri hanno escluso l'esistenza di complici.
 
Tra le testimonianze ritenute fondamentali per risolvere il caso c'è quella di Andrea Laudisa, un inquilino che abita nel palazzo dove vivevano Eleonora e Daniele. "Attorno alle 20,45 - racconta - sentivo delle urla provenire dall'abitazione sopra la mia... In particolare sentivo dei forti rumori di mobili che cadevano e delle urla di una donna e di un uomo... Sentivo che pronunciavano frasi tipo 'aiuto, che stai facendo? Ahi!'. Le urla erano tali che capivo subito che non si trattava di una semplice lite". Laudisa sente la voce di Eleonora implorare l'assassino: "Che stai facendo? Ci stai ammazzando".

LLa prima pagina dell'ordinanza di Antonio De Marco 
Poco dopo l'uomo vede l'omicida inseguire per le scale l'arbitro Daniele De Santis, che aveva anche cercato di chiedere aiuto con il cellulare. "Notavo una persona che si trascinava per le scale" e un'altra "che si avvicinava  e lo colpiva più volte e sentivo la persona per terra che implorava il soggetto che lo stava colpendo dicendogli più volte 'basta, basta, basta'". Subito dopo, conclude, "ho notato questa figura che, con passo normale e apparentemente tranquillo, scendeva le scale".

Laudisa e la sua fidanzata faranno complessivamente tre telefonate alle forze di polizia. "C'è qualcuno che sta accoltellando qualcun altro sulla scala, dovete arrivare velocemente, non si apre il portone, dovete sfondarlo, perché io non posso scendere ad aprirlo, c'è un pazzo sulle scale che sta accoltellando qualcuno".