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Iraq, bombardata base militare, un morto e otto feriti

Arrestata in Siria italiana che aderì all'Isis, è stata rimpatriata con i figli

Nel 2015, Alice Brignoli assieme al marito Mohamed Koraichi e ai loro tre bambini si era allontanata per raggiungere i territori occupati dall'autoproclamato Stato Islamico
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Ritorno alla vita. "Una bellissima storia italiana", come la definisce il procuratore aggiunto Alberto Nobili, capo del dipartimento Antiterrorismo: "Una storia allegra che ha consentito di riportare alla vita quattro ragazzini e la loro mamma". Sono Alice Brignoli, partita nel febbraio del 2015 per la Siria col marito Mohamed Koraichi da Bulciago, nel lecchese, per aderire all'Isis. Assieme a loro i tre figli della coppia e il bimbo che nei capi di addestramento Koraichi concepì con una seconda moglie.

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A riportarli in Italia sono stati carabinieri del Ros di Milano, guidati dal colonnello Andrea Leo, al termine di una caccia lunga quattro anni, da quando il gip Manuela Cannavale emise un'ordinanza cautelare per i due aspiranti foreign fighters, la sorella e il cognato di Koraichi e un'ulteriore coppia di radicalizzati e appartenenti allo Stato islamico. Raggiunsero tutti la Siria in auto, attraverso i Balcani e la Turchia. Koraichi è morto da qualche mese, per una infezione intestinale e non con l'agognato martirio da terrorista. Il resto della sua famiglia - compresa Alice Brignoli, ora in carcere a San Vittore - è uscita dall'incubo. Quello dell'indottrinamento alla jihad.
 

"Il figlio maggiore appena arrivato in Siria fu inserito nei campi di addestramento", spiega Nobili. Aveva 6 anni, ora è un ragazzino di 11. I fratellini ne hanno 9, 7 e 3. Alice Brignoli, nel suo stato su Whatsapp, li ritraeva in tuta mimetica e col dito puntato in cielo, verso Allah. "Ragazzini del cui futuro ci dobbiamo occupare", prosegue Nobili: "Non è finita, sono bambini che portano dentro un odio feroce. Sono figli di persone che hanno visto morire i genitori. Far tornare in Italia queste persone è una politica che non tutti i paesi seguono". A Linate, i carabinieri li hanno riportati entusiasti, "e serena era anche la mamma", spiegano i magistrati in conferenza stampa, presenti anche il pm Francesco Cajani e il procuratore capo Francesco Greco, che ammonisce: "La minaccia è sempre costante".
 
Il campo di prigionia dove sono stati prelevati è quello di Al-Hawl, come spiega il generale Pasquale Angelosanto, comandante generale del Ros: "È diviso in prigionieri siriani e iracheni da un lato, e dall'altro gli stranieri. Dentro c'è la montagna di Al-Baghuz dove ci sono gli irriducibili". Fucina di lupi solitari. "Fbi e curdi hanno individuato la famiglia e tenuto i rapporti - aggiunge il pm Cajani - insieme con l'Aise nella fase finale". Quella del rimpatrio, con un aereo della Presidenza del Consiglio.
 
La scomparsa di Alice Brignoli e dei bimbi era stata denunciata il 6 marzo 2015 dalla madre della donna, Fabienne. Che aveva ricevuto, solo dopo molti mesi, messaggi provenienti dalla Siria e la raccomandazione di convertirsi all'Islam, se voleva continuare a parlarne. Il processo di radicalizzazione, aveva spiegato la donna, era cominciato subito dopo il matrimonio con Mohamed Koraichi, nel 2008: era stato lui, marocchino nato nel 1985, frequentatore delle moschee di Costa Masnaga e di viale Jenner, a indottrinare moglie e sorella e amici, a convincere Alice Brignoli a indossare l'hijab e a prospettarle l'arruolamento nel Daesh. Per questo aveva chiesto la "tazkiya", l'autorizzazione per aderire al Califfato a un ignoto sceicco. Sognavano un attentato agli infedeli e la "Shahada", il martirio, possibilmente in Italia, come dimostrato dalle conversazioni intercettate all'epoca dal Ros. E, tra i canti e i video proiettati ogni giorno, Mohamed Koraichi aveva ricevuto dallo "Sceicco" una sorta di "poema bomba", recitato a familiari e amici: "Ascolta lo sceicco, colpisci!/ dalle tue palme eruttano scintille/ e sgozza, che con il coltello è attesa la gloria/ fai esplodere la tua cintura nelle folle dicendo "Allah Akbar!"/ colpisci come un vulcano, agita chi è infedele".