Economia

Il Garante: "La lotta all'evasione cancella alcuni diritti fondamentali dei cittadini"

Antonello Soro critica alcune norme della legge di Bilancio che equipara il contrasto ai "furbetti" delle tasse alle azioni contro il terrorismo e il riciclaggio: "Compressa la libertà del contribuente di presentare ricorsi contro la Pubblica Amministrazione"

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ROMA - Contrarie alla normativa nazionale ed europea. Addirittura controproducenti perché rischiano di scatenare una serie infinita di ricorsi e liti giudiziarie che possono sfiancare lo Stato.

Antonello Soro, garante della nostra riservatezza, critica aspramente alcune norme che la legge di Bilancio introdurrà per meglio organizzare la lotta agli evasori fiscali e ai "furbetti" delle tasse. Su questo fronte, la legge di Bilancio fa intanto una mossa forte perché equipara il contrasto all'evasione ad altre attività di interesse nazionale, come la lotta al terrorismo e quella al riciclaggio.

Ma al di là di questa dichiarazione di guerra agli evasori, la legge di Bilancio prevede - più in concreto - che alcuni diritti del cittadino siano drasticamente ridimensionati, se non addirittura cancellati.

In sostanza, il contribuente rischia di vedere azzerato qualsiasi ricorso presenti contro l'Agenzia delle Entrate (anche in sede amministrativa) nel caso - su questo suo ricorso - gravasse il sospetto di essere pretestuoso.

In altre parole, il ricorso decadrebbe se avesse come suo dichiarato obiettivo quello di contrastare la prevenzione o l'accertamento di un'evasione. La possibilità, poi, di ricorrere al Garante sarebbe addirittura preclusa.

Antonello Soro - che dice la sua davanti ai senatori della Commissione Bilancio - avverte che ridimensionare così drasticamente le possibilità di difesa delle persone rischia di essere illegittimo ed anche inutile. A giudizio di Soro, nessun ricorso di un contribuente ha mai effettivamente ostacolato l'azione di accertamento di un illecito.

Sempre Soro riconosce che la normativa europea permette agli Stati di ridimensionare alcuni diritti dei cittadini. Ma la norma dello Stato deve indicare esplicitamente quale diritto viene compresso, in che termini e per quale motivo. Viceversa la legge di Bilancio italiana è molto ampia e generica. Dunque minaccia di azzerare qualsiasi diritto.

Il Garante aggiunge che il ricorso dovrebbe essere sempre sopravvivere nel caso l'Agenzia delle Entrate abbia agito sulla base di dati inesatti, rettificati oppure raccolti in modo illegittimo. Invece anche il più corretto e leale dei ricorsi rischia di decadere.
Il Garante critica anche la norma che ostacola il cittadino, desideroso di avere accesso ai suoi dati per come l'Agenzia delle Entrate li custodisce. Una simile limitazione - a giudizio di Soro - è in contrasto con lo Statuto del Contribuente (la legge 212 del 2000) che fornisce precise garanzie ai cittadini in termini di trasparenza nel rapporto con la Pubblica Amministrazione.

Soro contesta infine la norma delle legge di Bilancio che impedisce alle persone di rettificare dati corretti o incompleti rivolgendosi direttamente al soggetto pubblico che custodisce simili informazioni. Il cittadino che volesse fare queste rettifiche dovrebbe passare - in base alle nuove norme - per il Garante della Privacy, con una complicazione nelle procedure e un allungamento dei tempi.