Esteri

La signora delle orecchiette: “Porto la tradizione a New York"

 Nunzia Caputo signora delle orecchiette di Bari Vecchia 
Nunzia Caputo vola al Travel Show, manifestazione del New York Times dedicata al turismo, per preparare dal vivo la tipica pasta: "Se dovessi prepararle per un personaggio famoso sceglierei il presidente Trump: gli offrirei un piatto doc barese"
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BARI - Da Bari vecchia a New York. Le "signore delle orecchiette" sono ormai un caso internazionale, dopo che a un ristoratore i finanzieri hanno sequestrano tre chili di prodotto non tracciato. Se ne era occupato anche il New York Times, che ora ospiterà una delle responsabili di quello che ha chiamato a crime of pasta: dal 24 al 26 gennaio la Puglia avrà uno stand a Travel Show - manifestazione del Nyt dedicata al turismo, che raduna oltre 176 Paesi - e la Regione ha scelto di investire tutto su Nunzia Caputo. Sarà accompagnata dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, e da una delegazione di rappresentanti istituzionali. Nunzia è il fiore all'occhiello, preparerà orecchiette dal vivo e in America arriva con l'appellativo di pasta lady extraordinaire, partendo dalla sua casa in strada Arco Basso dove propone ogni giorno orecchiette artigianali. I turisti hanno fatto di quella viuzza una meta di pellegrinaggio, così come troupe televisive e marchi di moda. Più d'impatto di un'influencer, ha insegnato i segreti dell'orecchietta perfetta alla sindaca di Roma Virginia Raggi, ha stregato Chef Rubio e Jamie Oliver, ed è stata fra le modelle di Dolce&Gabbana.
Nunzia Caputo, sarà la sua prima volta in America?
"Ci vado perché voglio dimostrare la nostra tradizione, che non è una tradizione qualsiasi, la conoscono dappertutto. È la nostra identità, è un'arte buona e bisogna portarla fuori".

Come farà a raccontare il valore delle orecchiette agli americani?
"Anche quando vengono qui i turisti mi faccio capire con i gesti. Lì mi adatterò, e se poi c'è qualcuno che vuole fare un po' di volontariato tradurranno per me. Io so solo la mia lingua, quella della baresità e di Bari vecchia".

Il New York Times, come altri giornali, ha parlato di "guerra delle orecchiette", di "crimine di pasta". A che punto è questa guerra?
"Non c'è nessuna guerra, dobbiamo volerci bene e dimostrare che quest'arte ce l'hanno consegnata, la teniamo cara e la dobbiamo tramandare. Anche quando vengono i docenti con i bambini, se offri una pallina di impasto i loro occhi brillano. Non esiste più quell'abitudine di fare in casa questi pasticci, come li chiamano i genitori di oggi".

Lei è molto attenta alla tradizione. Sta tramandando i segreti delle orecchiette a qualche bimbo?
"Mi chiedono anche dei corsi, ma non sono autorizzata a farli. Però se mi invitano vado a fare volontariato. L'ho detto anche al parroco, di insegnare a fare le orecchiette ai bimbi".

Se dovesse preparare le orecchiette a qualche personaggio noto americano, chi sceglierebbe?
"Il presidente Donald Trump, gli offrirei un piatto doc barese".

Magari condito con il ragù di carne?
"Se non c'è ragù ci adattiamo con le verdure, o i pomodorini. Il sapore è tutto nella consistenza delle orecchiette".