Esteri

Spagna, le Baleari contro il turismo alcolico. No a happy hour e open bar

 La folla tra i locali di Magaluf, nell'isola di Maiorca, in una serata estiva (reuters)
Il governo regionale di sinistra ha approvato una legge per frenare gli eccessi: proibiti pub crawl, vendite notturne e altre modalità estreme in maniera che i baristi dovranno riscuotere un prezzo unitario per ogni drink servito. Il "balconing" diventa una contravvenzione grave
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Sole, mare, sesso sfrenato e fiumi di alcol. Sui siti dei tour operator destinati ai giovanissimi - inglesi e tedeschi soprattutto - in cerca di emozioni forti, il richiamo è ancora quello, irresistibile, che ha segnato le ultime stagioni turistiche. I pacchetti vacanze all inclusive a prezzi stracciati per la prossima estate erano già pronti. Ma alle Baleari, che ogni anno ricevono 13 milioni di visitatori stranieri, hanno deciso di dire basta una volta per tutte. Basta al turismo etilico che rovina l'immagine dell'arcipelago e che, alla fine di ogni estate, lascia una scia tragica di morti, violenze, denunce per i più diversi reati.

Il governo regionale di sinistra, guidato dalla socialista Francina Armengol, ha approvato una legge durissima per frenare gli eccessi. D'ora in poi - il decreto entra in vigore la prossima settimana - saranno proibiti i pub crawl (escursioni etiliche: un giro di bar che si realizza con un solo biglietto valido per tutta la notte), la vendita di alcolici nei negozi dalle 21,30 alle 8 del mattino, gli happy hour, le offerte 2 per 1 o 3 per 1, la barra libre (consumazione gratuita senza limiti) e la autodispensación (accesso diretto e senza controllo dei clienti ai distributori di bevande). In sostanza, i baristi dovranno rispettare la regola ferrea di riscuotere un prezzo unitario per ogni copa, come gli spagnoli chiamano un drink.
 
Tutte queste norme si applicano, per il momento, a tre località delle Baleari, quelle che negli ultimi anni hanno fatto scandalo nel mondo: sull'isola di Maiorca, Magaluf e El Arenal, a Ibiza il West End di Sant Antoni. Magaluf, enclave totalmente britannica a una ventina di chilometri da Palma, è il caso più clamoroso, quello che puntualmente a luglio e agosto finisce sulle prime pagine dei giornali di tutta Europa. Sesso per strada e sulla spiaggia, risse notturne, coma etilici, consumo di ogni tipo di droga. Per non dire del balconing, la pratica di saltare da un terrazzo all'altro dell'hotel o di tuffarsi direttamente dal balcone in piscina. Un azzardo che spesso costa la vita ai ragazzi che lo tentano, regolarmente in stato d'ebbrezza. D'ora in poi sarà considerato una "contravvenzione grave" (in questo caso la norma si applica a tutta la regione) punibile con multe da 6000 a 60mila euro sia da parte di chi lo pratica sia di chi lo autorizza. Ancora più pesanti - fino a 600mila euro - le sanzioni per i proprietari dei bar che violano in modo grave e ripetuto le norme del decreto. A questo si aggiunge la minaccia di chiusura dei locali da uno a tre anni. 
 
La legge mette anche un freno ai party boats, le feste in barca ad alto tasso alcolico: sono sospese (in tutto l'arcipelago) le concessioni di nuove licenze per i prossimi 24 mesi. Poi si arriverà a una regolamentazione del settore. Per ostacolare la diffusione della prostituzione, si proibisce l'offerta di camere in affitto a ore (anche in questo caso la multa può arrivare ai 60mila euro) e ai proprietari dei locali è vietato l'utilizzo delle donne come richiamo pubblicitario per la vendita degli alcolici. L'assessore al Turismo, Iago Negueruela, assicura che le Baleari sono "la prima regione in Europa a regolare gli eccessi" e che in questo modo si potrà finalmente puntare a un "turismo sostenibile di qualità". Il governo di Palma, del quale fanno parte, insieme ai socialisti, anche Podemos e gli ambientalisti di Més, ha approvato le misure con il pieno consenso degli imprenditori turistici. "Ora le spiegheremo a Londra e Berlino", dice Negueruela, "e lavoreremo insieme a consolati e ambasciate. Anche loro capiscono il problema come noi".