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Manovra, Conte alza la voce: "È' fatta, non tornerà in cdm". Ma lunedì vertice di maggioranza e Renzi avverte: "Ci vediamo in Aula"

Giuseppe Conte 
Nuove tensioni nella maggioranza, il premier vedrà nuovamente gli alleati. Zingaretti smentisce asse tra Pd e il capo del governo. Orlando a M5s e Iv: "Si dica se la fiducia è venuta meno". Il leader di Italia Viva: "Portiamo emendamenti in Parlamento contro quota 100 e sugar tax e vediamo chi la spunta"
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Non si arrestano le polemiche interne al governo sulla manovra e i mal di pancia del M5s, che hanno portato il capo politico Luigi Di Maio a richiedere al premier Giuseppe Conte un vertice di maggioranza per trovare un'intesa su Pos e partite Iva. Oggi il presidente del Consiglio, da Perugia, dove ha visitato Eurochocolate, aveva inizialmente respinto ogni richiesta: "Vertice di maggioranza? La manovra è stata approvata e deliberata dai ministri di tutte le forze politiche, anche del M5S. Bisogna fare squadra, chi non la pensa così è fuori dal governo". Poi bacchetta il M5s: "Il piano anti-evasione non può essere né smantellato né toccato. Io ho iniziato con il M5S che gridava "onestà onestà" e tutte le forze politiche non devono tirarsi indietro", conclude.

Conte però non vuole alzare il livello dello scontro e, vista la lettura data dai media alle dichiarazioni del premier, Palazzo Chigi lascia filtrare in serata una precisazione attribuita a fonti della presidenza del consiglio: "Nelle sue dichiarazioni Conte non ha inteso fare riferimento a singoli politici o forze politiche, ha fatto un discorso più generale, nella convinzione che un governo ha bisogno di unità e coesione per lavorare e lavorare bene". Quanto alla frase "chi non fa squadra è fuori dal governo", non sarebbe stata riferita alle discussioni sulla manovra.


A complicare il quadro c'è poi il braccio di ferro avviato dai renziani su Quota 100 e, da oggi, anche su altri punti della manovra, come la sugar tax sulla quale Renzi e compagni annunciano emendamenti in Parlamento. Al punto che il vicesegretario del Pd Andrea Orlando dice chiaramente rivolto a Iv e 5S: "Si dica se la fiducia è venuta meno". Il leader di Italia Viva, però, sposta la sfida dai tavoli di verifica all'aula del parlamento. Parlando in serata con il Tg2, Matteo Renzi ripete quando detto nei giorni scorsi: "Faremo un emendamento a Quota 100 e vedremo chi vincerà in Parlamento". Stesso tono per i "balzelli": "Oggi la manovra è una manovra che ha degli aspetti positivi - ha detto Renzi - , non si aumenta l'Iva, ma anche qualche tassa di troppo, per esempio la sugar tax o i balzelli sulle partite Iva. Su queste faremo battaglia in Parlamento. Io sono pronto a scommettere che queste tasse saranno eliminate dal lavoro dei parlamentari".

A fine giornata, davanti all'aumentare dei toni il premier annuncia però che lunedì ci sarà un vertice di maggioranza: "Ragionevolmente ci ritroveremo, anche per un confronto con le forze politiche - dice il premier su Raitre - : abbiamo approvato la manovra salvo intese ed è bene un momento di confronto per gli ultimi dettagli e per verificare le ultime posizioni delle forze politiche su questi dettagli". Così in tarda serata il Movimento 5 Stelle rivendica il punto: "Siamo soddisfatti che finalmente sia stato convocato un vertice come avevamo chiesto", si legge in un post sul blog delle stelle che elenca le misure fondamentali per Di Maio e compagni: "Introduzione subito del carcere ai grandi evasori e della confisca per sproporzione; obbligo del Pos ma solo dopo aver abbattuto drasticamente i costi su carte di credito e dispositivi; revoca del cambio del regime forfettario per le partite iva al 15%".

Sulla legge di bilancio interviene, nel tentativo di riappacificare gli alleati di governo, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Che, dal convegno dei Giovani Imprenditori a Capri, afferma: "Le fibrillazioni interne al governo non aiutano in generale, noi abbiamo criticato nel maggio scorso l'idea di presentismo, la tattica e la continua sensazione in questo Paese di essere sempre in campagna elettorale. Preferiremmo che questo governo, invece che dibattere a mezzo stampa, dibattesse al suo interno e definisse una linea comune di direzione del Paese. Questo potrebbe aiutare la serenità del mondo dell'economia".

Parole alle quali fanno da contraltare quelle del segretario del Pd Nicola Zingaretti, che da Perugia dove ha visitato Eurochocolate, nega che ci sia "un asse" tra il Pd e il premier: "Asse con Giuseppe Conte? L'unico che ho è sugli interessi di questo nostro Paese che ora ha bisogno di uscire dall'incubo di una stagione nella quale hanno prevalso l'incertezza e la paura".  Poi aggiunge: "Io difendo l'Italia, questo grande Paese può farcela. E questa manovra economica è l'inizio della svolta".

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti a Eurochocolate con il grembiule da cioccolataio 

Dalla Leopolda in corso a Firenze, invece, arrivano le critiche di Italia Viva al presidente del Consiglio e al Pd, definito da Maria Elena Boschi "il partito delle tasse" e da Renzi quello "delle tessere". Il coordinatore Ettore Rosato sottolinea la sintonia di intenti tra Iv e i cinquestelle: "Conte tenga conto delle voci che arrivano dalla maggioranza", afferma. "Ci sono due forze delle maggioranza", Italia Viva e M5S, "che pongono dei temi condivisi" sul no all'aumento delle tasse e sulle risorse per la famiglia, "vanno ascoltate".

Leopolda, Boschi: "Il Pd sta diventando il partito delle tasse"


Il vicesegretario dem Andrea Orlando, ospite de L'Intervista di Maria Latella su Skytg24, controbatte: "Io non mi so spiegare questo atteggiamento che rischia di non raccontare una manovra tutt' altro che scontata. Sono polemiche incomprensibili. Gli alleati ci dicano se è cambiato qualcosa, se non ci sono più le ragioni per una scommessa, per noi le ragioni ci sono, ci fidiamo di Conte e degli alleati. Ma se la fiducia è venuta meno lo si dica".

Mentre il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia risponde a Boschi: "Partito delle tasse? È una caduta di stile di Maria Elena Boschi e mi dispiace. Consiglio a lei di essere alternativa alla piazza di oggi a San Giovanni". Il vicepresidente dei senatori dem Franco Mirabelli risponde a tono: "Ci vuole rispetto e lealtà. Nessuno di noi si sognerebbe di definire Italia Viva 'il partito delle banche'".
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