Politica

Prescrizione, segnali di schiarita dopo lo scontro tra Pd e 5S. Bonafede: "No alla crisi". E Orlando: "Si è riaperta la discussione"

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede 
In mattinata riunione di una delegazione dem per trovare un'alternativa alla riforma. Scintille nella maggioranza. Delrio: "Non stiamo al governo a tutti i costi". Boschi: "Se non ci sarà accordo di maggioranza, valutiamo soluzioni in Parlamento". Poi segnali di dialogo. Ma Di Maio insiste:
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Lo scontro sulla prescrizione è una delle grane principali sulla strada del governo. Lo testimonia una giornata partita all'insegna delle polemiche tra i partner della maggioranza. Con il partito democratico che si appella al premier, i 5Stelle che evocano l'era Berlusconi, e Italia Viva che parla di possibili intese alternative in Parlamento (in pratica, trovando un'intesa con forze di opposizione). Poi però il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, prova a rassicurare: "Non voglio la crisi". E anche l'ex Guardasigilli, il dem Andrea Orlando, apre: "Si è aperta una discussione". Finché interviene anche Luigi Di Maio: "Non vedo motivo di alimentare tensioni. Ogni buona proposta è bene accetta". E si arriva anche a una telefonata tra Bonafede e il suo predecessore. Con Orlando che annuncia una proposta imminente da parte dei dem. Anche se in serata il capo politico M5S puntualizza: "La prescrizione per noi entra in vigore il 1 gennaio 2020 e su questo non si discute. Sui tempi dei processi, sulla riforma del processo penale, si può continuare a discutere. Ma non è accettabile voler modificare la legge spazzacorrotti".
 

La proposta dem

In mattinata si è svolto un incontro della delegazione Pd che ha in mano il dossier sulla riforma della giustizia: il vicesegretario Andrea Orlando, il sottosegretario Andrea Giorgis, la responsabile Giustizia Roberta Pinotti e i parlamentari Michele Bordo, Alfredo Bazoli e Franco Mirabelli.


I dem sono al lavoro su una proposta alternativa allo stop della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, previsto dalla 'spazza corrotti', che entrerà in vigore il primo gennaio. Sul tavolo, tra le ipotesi, la prescrizione processuale per fasi secondo l'ipotesi dell'ex capo della procura milanese Edmondo Bruti Liberati in un'intervista a Repubblica. Oppure una sospensione dei termini per un tempo di almeno 24 mesi, scaduti i quali riprenderebbe a decorrere il tempo della prescrizione del reato, nei casi previsti.


 

I 5Stelle: "Il Pd sia leale"

Subito dopo, dal Movimento arriva - con la consueta formula di "fonti M5S" - un messaggio al Partito democratico che è anche un po' un'insinuazione. "Con le minacce non si va da nessuna parte. È opportuno, invece, dimostrare chiaramente di essere leali e andare avanti in maniera compatta. Con la riforma della prescrizione abbiamo la possibilità di mettere la parola fine all'era Berlusconi che ha fatto solo del male al nostro Paese. Siamo certi che il Pd farà la scelta giusta pensando all'interesse dei cittadini". Insomma, viene evocato un parallelo con l'epoca delle leggi berlusconiane sulla giustizia.



Delrio: "Al governo non a tutti i costi"

Il Pd risponde irritato. "L'era Berlusconi si è conclusa da tempo proprio grazie alla riforma realizzata da Orlando quando era ministro della Giustizia", dice il vicecapogruppo Pd alla Camera Michele Bordo. E parlano i presidenti dei gruppi Pd al Senato e alla Camera. "La riforma della prescrizione è nelle mani del presidente Conte, non certo delle veline del m5s. Serve un intervento correttivo, decida Di Maio se vuole condividerlo con la maggioranza, o lasciare che il parlamento si esprima liberamente", twitta Andrea Marcucci.

E Graziano Delrio: "Sono molto convinto che troveremo una soluzione perché sono convinto della ragionevolezza degli interlocutori a partire dal ministro Bonafede. Conte è il presidente del Consiglio ed è di garanzia per tutta la coalizione. Poi però aggiunge: "Il Pd non entra e non resta al Governo a tutti i costi perché se i problemi non si risolvono è chiaro che noi non stiamo lì a scaldar le poltrone".


Iv: "Valutiamo soluzioni alternative"

Netto il no alla riforma Bonafede sulla prescrizione da parte di Italia Viva: "Siamo disponibili a valutare soluzioni diverse in Parlamento se non dovesse esserci un accordo nella maggioranza per tornare almeno alla riforma Orlando che avevamo votato nella precedente legislatura e che non è stata ancora messa alla prova", ha detto la capogruppo di Iv alla Camera Maria Elena Boschi. Come dire, che sono possibili intese anche con pezzi dell'opposizione.
 

Il dialogo

Alla fine, i protagonisti dello scontro hanno tutti frenato. A partire dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: "Sono convinto che con questa maggioranza ci siano praterie per lavorare insieme sulla giustizia, se ci troviamo d'accordo sull'obiettivo che dopo la sentenza di primo grado ci sia una risposta di giustizia". Poi arrivano le parole - sia pur molto prudenti - del vicesegretario dem, Andrea Orlando: Si è riaperta una interlocuzione" con il Movimento 5 stelle sulla prescrizione ma per ora è una interlocuzione "vaga: non ci sono ancora elementi di merito. Vogliamo tenere aperto un dialogo".


Infine, un segnale anche da Luigi Di Maio: "Non vedo motivo di alimentare tensioni inutili all'interno del governo e non comprendo i toni duri usati negli ultimi giorni da parte di qualcuno. Sulla prescrizione ogni buona proposta che punti a far pagare chi deve pagare e vada dunque nella direzione auspicata dal M5s è ben accetta". E il ministro della Cultura, Dario Franceschini, chiosa: "L'accordo politico non è impossibile". Anche se aggiunge, a proposito delle alleanze alle regionali: "Mi spiace che Di Maio non abbia capito le indicazioni del popolo".



 
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