Politica

Coronavirus, prove di tregua governo-regioni. Conte: "Non alimentate polemiche e collaboriamo sulla fase 2"

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte  (ansa)
Tante le scintille negli ultimi giorni. Ora il presidente del Consiglio prova a invertire la rotta. Rivendicando, in videocollegamento con i governatori: "Ognuno di noi sta dando il massimo". Ci sarà una cabina di regia con i presidenti sulle riaperture. E sulle ordinanze locali, scadute e subito rinnovate, il premier spiega: "Le ordinanze sono prorogabili, ma non sulle attività produttive"
1 minuti di lettura
Con alcuni governatori i rapporti sono stati a dir poco burrascosi. In particolare con quello della Lombardia, Attilio Fontana. E stasera il premier, Giuseppe Conte, ha deciso di riunire in videoconferenza i presidenti delle Regioni (c'erano anche il sottosegretario Fraccaro e i ministri Speranza e Boccia). Per provare a siglare la tregua alle polemiche degli ultimi giorni. L'ultima, ieri, quando il presidente lombardo ha accusato di aver ricevuto solo briciole da Roma. "Il governo sta facendo tanto per le regioni. Ognuno di noi, ministri, governatori, a tutti i livelli istituzionali, sta dando il massimo" per salvare le vite dei cittadini. E ancora: "Questo deve contare di più di ogni incomprensione. Ma serve collaborazione e correttezza anche nelle comunicazioni, per non alimentare scontri che non ci sono e non devono esserci".


Oggi scadevano le ordinanze regionali, con divieti aggiuntivi rispetto alle norme nazionali, e sono state tutte prorogate. "Le ordinanze sono prorogabili, ma non sulle attività produttive", ha detto Conte. La decisione più importante è che ci sarà una cabina di regia, tra governo e regioni, sulle riaperture. "Collaboriamo sulla fase due", ha detto il premier. Non ci sono state scintille, ma al tavolo di Palazzo Chigi i governatori hanno lamentato di non essere stati coinvolti abbastanza nei decreti adottati finora dal governo.

L'idea è lavorare insieme perché, ferma fino al 13 aprile la possibilità di prorogare le ordinanze regionali, dal 14 - quando potrebbe esserci una piccola riapertura di singole attività produttive - si arrivi a elaborare regole sul piano nazionale condivise da tutti allo stesso modo. Senza fughe in avanti, o rifiuti, o norme in ordine sparso come è spesso accaduto in queste ultime settimane. Il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, si dice soddisfatto per "la reciproca volontà di collaborare tra Governo e Regioni". Il governatore del Veneto, Luca Zaia, avverte: "Noi pensiamo già a un piano per la riapertura, serve anche a livello nazionale". Il siciliano Nello Musumeci chiede maggiori controlli delle forze dell'ordine e un'intesa sul piano finanziario. Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, illustra il piano dem per una cabina di regia, con scienziati, governo e regioni, per preparare le regole per la ripartenza.

Intanto è slittato da oggi a domani il nuovo incontro con le opposizioni, per provare a coordinare il lavoro sulle misure anti-coronavirus. A Lega, Fi e Fdi il governo chiederà di ritirare tutti gli emendamenti onerosi per fare proposte da inserire nel decreto aprile ma ad ora l'opposizione non rinuncia: alcuni emendamenti - dicono - devono passare già a marzo.
I commenti dei lettori