Politica

Coronavirus, Boccia: "Il passaporto sanitario è contro la Costituzione. Sulla mobilità no a distinzioni tra le regioni"

Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali (ansa)
Il ministro: "Rileggete l'articolo 120 della Carta. Una regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione". Il governatore sardo Solinas: "Inutile litania centralista"
1 minuti di lettura
Il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, stronca le polemiche sui passaporti sanitari richiesti da alcuni governatori per le prossime vacanze estive. "Passaporto sanitario? Rileggete l'articolo 120 della Costituzione: una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone", dice durante l'audizione in Commissione federalismo fiscale della Camera. E aggiunge: "Se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono".


Una polemica - quella sul passaporto sanitario - che ieri ha visto protagonisti soprattutto il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il governatore della Sardegna Christian Solinas, che chiede un patentino immunitario per i turisti lombardi in arrivo sulle spiagge dell'isola (anche se a lanciare per primo la proposta è stato il siciliano Nello Musumeci). Il primo cittadino di Milano è arrivato a dire: "Quando deciderò dove andare per un weekend o per una vacanza, me ne ricorderò".


Boccia, insomma, esclude una mobilità differenziata a livello regionale: "Nei prossimi giorni con l'ultimo click che riporterà il Paese a muoversi - dice - ci dovrà essere buonsenso. Se tutte le Regioni ripartono, ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione. La distinzione tra cittadini di una città rispetto all'altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo. Diverso è prevedere una fase di quarantena, ma non siamo in quella condizione. E anche in quel caso ci vuole un accordo tra le parti".

Un intervento, quello di Boccia, che irrita il governatore sardo Solinas. "Dal ministro Boccia non ci saremmo aspettati l'inutile litania neocentralista che vuole riaffermare una supremazia prepotente dello Stato rispetto alle Regioni nell'architettura della Repubblica come definita da novellato titolo V", replica. Mentre dal fronte degli "aperturisti", il veneto Luca Zaia incalza: "Io tifo perché tutte le regioni possano aprire e ci sia libera circolazione il 3 giugno".


Quanto agli aiuti alle zone colpite dal coronavirus, Boccia spiega: "Le province lombarde di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e quella di Piacenza in Emilia Romagna hanno vissuto un'ecatombe, il resto del Paese un dramma. Non paragonerei quelle province al resto d'Italia". Sugli interventi a favore delle Regioni, chiarisce: "Il fondo di riparto è di un miliardo e mezzo e il governo non lo considera esaustivo. Nessuna regione italiana è in grado di dire oggi a quanto ammontano le minori entrate". E aggiunge: "A giugno il governo e il parlamento avranno i dati reali di questa prima fase. Vedremo quanto copriamo con questo miliardo e mezzo. Sarà inevitabile fare un altro intervento".

 
I commenti dei lettori