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Dpcm Natale, Regioni contro il governo: consentire gli spostamenti nel Paese

Conferenza dei presidenti in vista del decreto con le prescrizioni per il periodo delle feste: fra le richieste quella di garantire i trasferimenti da una zona gialla all'altra e di riaprire gli impianti sciistici solo per chi pernotta in seconde case e alberghi. "O in alternativa chiudiamo i confini nazionali". Toti: valutare "aree bianche" dove tenere aperti bar e ristoranti di sera. Oggi incontro con Boccia e Speranza
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I governatori chiedono all'esecutivo di non introdurre l'annunciato blocco degli spostamenti da una Regione al'altra. "Fra aree delle stesso colore, quindi con lo stesso indice di contagio e numero di casi conforme, non vediamo il rischio nei trasferimenti", dice il presidente della Liguria al termine della conferenza delle Regioni. "La nostra è una posizione comune - aggiunge - supportata dal parere dei comitati tecnici-scientifici". Toti ha anche anticipato un'altra richiesta dei givernatori, in vista dell'incontro di domani con i ministri Boccia e Spernza, preliminare al varo del Dpcm natalizio. "Apriamo gli impianti sciistici per i soli ospiti delle seconde case, degli alberghi e degli affittacamere. O, se questo non fosse possibile, bisogna chiudere i confini del Paese, per evitare che gli italiani vadano a sciare dove gli impianti sono aperti. Non vorremmo subire il danno e la beffa di tenere chiuso il nostro arco alpino e vedere persone andare altrove a fare vacanze e magare importare in italia il contagio".

Le Regioni chiedono bar e ristoranti aperti anche di sera, in nuove zone da istituire caratterizzate da basso contagio: "Vogliamo comprendere - acnora Toti - se, oltre alle zone gialle, arancioni e rosse, sia possibile prevedere un'ulteriore fascia con maggiori possibilità economiche, se i dati sanitari lo consentiranno. Su tutte, la possibilità di tenere aperti bar e ristoranti anche in orario serale, non certo per un orario illimitato o per fare feste, ma con tutte le disposizioni di sicurezza previste dalle linee guida".

Insomma, le Regioni - in maggioranza di centrodestra - provano a giocare d'anticipo e mettono sul tavolo le loro istanze. E anticipano tutte le perplessità  sulle indiscrezioni che riguardano l'atto che avrà vigore dal 4 dicembre e conterrà le prescrizioni per le prime festività segnate dal Covid. Perplessità circolate sin dalla mattinata.

L'assedio dei governatori

Marco Marsilio, presidente dell'Abruzzo, dice che si sta lavorando su un documento congiunto con le Regioni alpine per scongiurare la chiusura degli impianti sciistici: "Il periodo di Natale per gli operatori economici di questo settore porta solitamente gran parte degli incassi stagionali - dice Marsilio -. Io credo che ci siano le condizioni per aprire gli impianti in sicurezza, alla luce anche dei lavori di ammodernamento e adeguamento fatti. L'importante è che il governo ci dica presto e con chiarezza quali provvedimenti intende prendere. E se si dovesse decidere per la chiusura delle stazioni sciistiche, che si prevedano robusti, ma robusti, ristori".



Gli assessori al Turismo delle stesse Regioni alpine, peraltro, hanno inviato un documento in cui lanciano la proposta di consentire l'utilizzo delle piste da sci a chi pernotta nelle zone, in seconde case o alberghi.

Anche Giovanni Toti, governatore della Liguria, chiede impianti aperti, magari solo in alcune Regioni: "Si potrebbe creare un modello a colori anche per lo sci", dice. Dopo aver suggerito la creazione di una quarta fascia, la "zona bianca" nelle aree in cui il virus è meno presente, per consentire "un Natale un po' più libero all'economia e alla socialità". "Oltre alle Regioni in area gialla - dice Toti -  forse è opportuno inserire quelle in area bianca, per consentire ulteriori libertà come i ristoranti aperti alla sera o la possibilità di seguire la messa di mezzanotte, dove il Covid ce lo consente".



Il collega del Molise Lorenzo Toma non chiude su quest'ipotesi: "Difficile, ma tutto si può fare se c'è volontà ed organizzazione".  Taglia corto però Franco Locatelli, presidente del consiglio superiore della Sanità: "Fermiamoci ai tre colori, per adesso, dopo Natale ne riparliamo".



E Luca Zaia, il presidente del Veneto, ne fa una questione di metodo: "Il pilastro è evitare gli assembramenti, ragioniamo su questo evitando di andare avanti di qui a primavera di Dpcm in Dpcm. Per me .- dice Zaia - è difficile spiegare la pista da sci chiusa e l'happy hour con la piazza piena, il teatro chiuso e lo struscio in centro". Ma con il governo, chiarisce il governatore leghista, "avremo spirito collaborativo".
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