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Cannes 2023, la Palma d'oro va a Justine Triet con 'Anatomia di una caduta'. l'Italia è fuori
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Cannes 2023, la Palma d'oro va a Justine Triet con 'Anatomia di una caduta'. l'Italia è fuori

Per la terza volta nella storia del festival, dopo Jane Campion e Julia Ducournau, una donna vince il riconoscimento più importante. Che sceglie di scagliarsi contro il governo e la riforma delle pensioni

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La ministra della cultura disgustata dal discorso di Triet

Il ministro della cultura Rima Abdul Malak disgustata dal discorso "ingiusto" della regista francese Justine Triet, che ha denunciato la riforma della pensioni dopo aver vinto la Palma d'oro al festival di Cannes. "Felice di vedere che la Palma d'oro è andata a à Justine Triet, decima volta per la Francia! Ma disgustata dal suo discorso così ingiusto. Quel film non avrebbe mai visto la luce senza il nostro modello di finanziamento francese  al cinema che permette una diversità unica al mondo. Non dimentichiamolo".

Justine Triet contro il governo e a favore delle proteste

Emozionatissima e combattiva la regista francese Justine Triet ritirando la Palma d'oro per il suo film 'Anatomie d'une chute' ha detto: "Quest'anno il paese sta vivendo proteste potenti e unanimi sulla riforma delle pensioni. E questo percorso di dominio del potere sta diventando sempre piu' palese" e sta esplodendo in tutti i settori. Anche se a livello sociale è il luogo in cui si nota di più, è qualcosa che si può vedere in tutti gli ambiti della società e il cinema non vi sfugge. Questa contestazione è importante perché riguarda tutti i settori compreso quello del cinema che il governo liberale sta riducendo a merchandising della cultura distruggendo l'eccezione culturale senza la quale non sarei qui davanti a tutti voi. Dedico il premio a tutti i giovani registi uomini e donne e quelli che non riescono a fare il loro film".

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La Palma d'oro va a 'Anatomie d'un chute' di Justine Triet

Jane Fonda ha assegnato la Palma d'oro al film francese Anatomie d'une chute di Justine Triet, un thriller psicologico che scava nei segreti di una famiglia formata dalla scrittrice tedesca Sandra, il marito Samuel insegnante che ha perso smalto e fiducia in sé da quando il figlio Daniel ha perso la vista per un incidente di cui l'uomo si sente responsabile. Chiusi in un remoto chalet di montagna sulle Alpi francesi, i tre vivono isolati dal mondo. Quando Samuel muore in circostanze misteriose, le indagini non possono determinare se si tratti di un suicidio o meno, ma i sospetti cadono su Sandra che viene arrestata per omicidio, mano mano che il processo prosegue emerge la relazione tumultuosa che aveva con il marito. Le cose si complicano quando anche il ragazzino arriva al banco dei testimoni. La regista francese Justine Triet (Tutti gli uomini di Victoria con Virginie Efira) disseziona come una vera anatomopatologa la relazione tra Sandra e Samuel fino ad arrivare al verdetto della giuria.

Jane Fonda ha ricordato quando è venuta a Cannes per la prima volta "e non c'era nessuna regista in concorso e neppure ci sembrava che fosse qualcosa di strano, quest'anno ce ne sono state sette. È storico ma in futuro sarà la normalità".

Grand Prix al film sull'Olocausto 'The zone of interest'

Tratto liberamente dal romanzo di Martin Amis, l'autore inglese morto pochi giorni fa contemporaneamente alla presentazione del film a Cannes (che il regista ha ricordato nel suo discorso), The zone of interest di Jonathan Glazer è stato girato a Auschwitz. Il film del regista britannico (Birth, Under the skin) ha vinto il Grand Prix della giuria. Ha per protagonista il comandante di Auschwitz, Rudolf Höss, e sua moglie Hedwig, due personaggi veramente esistiti. Höss fu uno dei protagonisti del processo di Norimberga e venne condannato a morte dopo il processo a Varsavia. Ma il film racconta la quotidianità di questa coppia e dei loro figli, una vita da sogno in una casa con giardino, il marito servito e riverito, la moglie e le sue amiche che non si fanno scrupoli ad appropriarsi delle pellicce e dei gioielli degli ebrei e ragazzi a giocare con i denti d'oro dei prigionieri dela campo. Li interpretano gli attori tedeschi Sandra Hüller e Christian Friedel.

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Quentin Tarantino e la standing ovation per Roger Corman

"Non ho mai capito il concetto di guilty pleasure - ha detto dal palco Quentin Tarantino - c'è solo il piacere e chi ha dato piacere ai miei occhi e alla mia testa e un piacere cinematico per anni è il maestro che vado a presentarvi. È un grande onore introdurre il mito, Mr. Roger Corman". Standing ovation per il regista di genere che ha detto: "Cannes infine, che gioia essere qui. Il mio cinema è stato abitato di quello che è Cannes, il festival più interessante al mondo. Siete molto fortunati a farne parte".

Il premio per la miglior regia a Tran Anh Hùng

Il premio per la migliore regia è andato al film culinario La passion de Dodin Bouffant di Tran Anh Hùng, regista e sceneggiatore vietnamita naturalizzato francese. Una storia ambientata nella Francia del 1885 in cui - sguardo fermo e accogliente e mani abilissime  - la cuoca di talento Eugenie (Juliette Binoche) che da vent'anni lavora per il famoso gourmet Dodin (Benoit Magimel). Col passare del tempo, la pratica della gastronomia e l'ammirazione reciproca si sono trasformate in una relazione romantica, ma Eugenie ama la sua libertà e non ha mai voluto sposare Dodin, quando improvvisamente Eugenie . Così decide di fare qualcosa che non ha mai fatto prima: cucinare per lei.

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Il Prix della giuria va al film di Aki Kaurismaki

Il più celebre regista finlandese Aki Kaurismäki (Miracolo a Le Havre, L'uomo senza passato) è tornato con Fallen Leaves, storia di due persone sole (Alma Pöysti e Jussi Vatanen) che si incontrano per caso nella notte di Helsinki e ha vinto il premio della giuria. Lei è una cassiera di supermercato che viene licenziata per aver sottratto un panino ormai scaduto, lui un operaio con problemi di alcolismo licenziato dopo un incidente causato da una macchina difettosa ma che il padrone colpevole fa ricadere su di lui dopo aver rivelato il tasso alcolemico. Il loro percorso verso la loro prima vera storia d'amore è offuscato dalle loro tragedie personali, da numeri di telefono persi, dal non conoscere nomi o indirizzi reciproci e dalla tendenza generale della vita a frapporre ostacoli a coloro che cercano la felicità, sullo sfondo di un mondo che sembra perso nel passato mentre dalla radio non fanno che rilanciare il numero di morti e feriti in Ucraina per i bombardamenti russi. Una dolce tragicommedia che viene definita dallo stesso regista come la quarta parte della trilogia (!) sulla classe operaia. Il regista non era presente e ha mandato un messaggio:  "Onorato di questo premio, twist & shout!"

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La miglior sceneggiatura è quella del film giapponese 'Monster'

Il premio per la miglior sceneggiatura è andata allo sceneggiatore Yûji Sakamoto del film  Kaibutsu (Monster) del regista giapponese Kore-eda Hirokazu (già Palma d'oro per Shoplifters - Un affare di famiglia nel 2018) è un racconto dalle molte facce. Quando suo figlio Minato inizia a comportarsi in modo strano, una madre sente che c'è qualcosa che non va. Scoprendo che un insegnante è responsabile, si precipita a scuola chiedendo di sapere cosa sta succedendo, ma man mano che la storia si svolge attraverso gli occhi della madre, dell'insegnante e del bambino, la verità emerge gradualmente e tutte le versione precedenti si disfano sotto la pioggia che batte incessantemente sulle vicende dei protagonisti. Il film si apre con un incendio e si chiude con una tempesta d'acqua in una storia delicata e commovente di amore, dovere, conflitti sociali e segreti con le musiche di Ryuichi Sakamoto scomparso di recente. Il film ha vinto anche la Palm queer.

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La miglior attrice è la protagonista del film turco, Merve Didzar

L'attore Song Kang-ho, vincitore del premio come miglior attore per Broker ha consegnato il premio per la migliore interpretazione femminile all'attrice protagonista del film di Kuru otlar ustune (About dry grasses) del regista turco Nuri Bilge Ceylan, Merve Dizdar. In questo nuovo film di tre ore e un quarto il protagonista è Samet, un giovane insegnante d'arte di scuola media di Istanbul che sta terminando il suo quarto anno di servizio obbligatorio in un remoto villaggio dell'Anatolia dove nevica costantemente e l'inverno lascia il posto all'improvviso ad un'estate in cui l'erba secca senza essere mai diventata verde. La quotidianità con gli studenti e i colleghi viene sconvolta da un'accusa da una delle studentesse di comportamento illegito. Fino all'incontro con una collega che mette in crisi le sue poche certezze, una giovane donna che ha subito l'amputazione di una gamba dopo un attacco terroristico.

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"Sono così emozionata che non so più la mia lingua madre, il turco, grazie alla giuria, parlerò poco perché sono troppo commossa - poi però ha letto un breve testo che aveva preparato -  Interpreto una donna che combatte per la sua vita attraverso le difficoltà. Avrei dovuto lavorare molto su questo personaggio per comprenderla ma vivo in un paese in cui non è diffcile capire le difficoltà di una donna. Vorrei dedicare questo premio a tutte le donne che stanno combattendo per la propria esistenza".

 

Il miglior attore è Kôji Yakusho, protagonista del film di Wim Wenders

Il premio per la migliore interpretazione maschile è andata a Kôji Yakusho, l'attore giapponese protagonista di Perfect days di Wim Wenders, il film che celebra le piccole cose della vita citando la canzone dell'amico del regista tedesco Lou Reed. Il regista tedesco torna a un lungometraggio di finzione raccontando la storia di Hirayama, addetto alle pulizie di bagni a Tokyo pienamente soddisfatto della sua vita fatta di audiocassette sulla cui musica si sposta attraverso la città all'alba (Van Morrison, Nina Simone), libri usati a un dollaro che sceglie in una libreria d'altri tempi e fotografie in pellicola, segni di un mondo digitale che resiste e anzi trova un suo ritorno come le cassette vintage che si scoprono. Al di fuori della sua routine quotidiana, della sua passione per la musica e per la lettura, per gli alberi che fotografa, il film fa emergere gradualmente qualcosa del suo passato. "Buonasera - ha detto dal palco - come avete detto amo i premi onestamente non amo fare discorsi in questi posti così prestigiosi e voglio ringraziare il festival e la giuria e tutte le persone che mi hanno aiutato con questo film prima di tutto Wim Wenders e il coautore Takuma Takasaki. E naturalmente mia moglie".

La camera d'or va a 'Inside the yellow cocoon shell'

"Un regista è nato". Così la presidente dalla giuria per la Camera d'or dedicato al miglior esordio ha annunciato il film vincitore, BÊN TRONG VO KEN VANG (INSIDE THE YELLOW COCOON SHELL) del regista vietnamita Thien An Pham. Mentre la giovane regista Flora Anna Buda ha vinto la Palma d'oro per il cortometraggio.

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È arrivata la giuria del festival

Ecco la giuria capitanata dal regista svedese Ruben Ostlund, tutti in nero tranne l'attrice premio Oscar Brie Larson, Julia Ducournau, Paul Dano, Atiq Rahimi, Maryam Touzani, Denis Menochet, Rungano Nyoni e Damian Szifron. È loro la reponsabilità del Palmares che sarà rivelato tra poco.

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Tappeto rosso affollatissimo per la cerimonia di chiusura

Molti dei nomi che circolano come premiati da Wim Wenders a Kore-eda Hirokazu ma anche tanti ospiti come Orlando Bloom e una lunghissima serie di modelle, ecco l'ultima Montée des marches, la più attesa perché è quella che precede la cerimonia di premiazione che si concluderà con l'assegnazione della Palma d'oro.

 

Nessun premio all'Italia secondo le voci sulla Croisette

La cerimonia di chiusura del festival di Cannes inizia questa sera alle 8 e mezza. E dalle voci che si rincorrono sulla Coisette l'Italia non sarebbe nel palmares deciso ieri notte dalla giuria presieduta dallo svedese Ruben Ostlund. Per Rapito di Marco Bellocchio, Il sol dell'avvenire di Nanni Moretti e La Chimera di Alice Rohrwacher nessun premio ma ottimi riscontri di pubblico, la competizione era ad altissimo livello con maestri come Wim Wenders, Ken Loach, Aki Kaurismaki, Kore-eda Hirokazu. L'Italia porta a casa la visibilità di tre film in concorso come non accadeva dal 2015, l'anno di Moretti, Sorrentino e Garrone.

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Da Tarantino a Jane Fonda ecco chi consegna i premi stasera

Un po' come è tradizione dell'Oscar anche il festival di Cannes quest'anno ha annunciato la lista dei "presenter" ovvero i colleghi, le star che consegneranno questa sera i premi del Palmares. L'attrice Anaïs Demoustier, Presidente della Giuria, assegnerà il Prix de la Caméra d'or alla migliore opera prima. L'attrice Stacy Martin e il regista Ildikó Enyedi, Presidente della Giuria Cortometraggi e de La Cinef, la Palma d'oro ai cortometraggi.
L'attore Orlando Bloom assegnerà il Premio della Giuria. I premi per la migliore attrice e il premio per il miglior attore saranno rispettivamente assegnati dall'attore Song Kang-ho, vincitore del premio come miglior attore per Broker (Les Bonnes Étoiles) lo scorso anno, e dall'attrice Zar Amir Ebrahimi, vincitrice dell'Interpretazione femminile per Le notti di Mahhad nel 2022.
L'attore John C. Reilly, presidente della giuria Un Certain Regard, assegnerà il premio per la sceneggiatura e Pete Docter, direttore creativo di Pixar Studios (a fine cerimonia proiezione del cartoon Elemental) assegnerà il premio per il regista.
Il leggendario regista Roger Corman che presenterà il Grand Prix insieme al virtuoso Quentin Tarantino. Infine, la prestigiosa Palma d'oro sarà assegnata dalla formidabile e ispiratrice Jane Fonda.

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Il border collie di Triet ha vinto il Palm dog

Il border collie di Anatomy of a Fall di Justine Triet ha vinto il premio del Palm Dog. La concorrenza è stata dura quest'anno. Il fondatore Toby Rose ha detto che c'è stato un "vero tsunami di esibizioni di cani", ma un cane si è distinto: Messi, il cane che accompagna il figlio della protagonista diventato cieco dopo un incidente a quattro anni. In mancanza del vero protagonista la premiazione sulla Croisette è stato consegnato a un suo simile.

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'How to have sex' vince nella sezione Un Certain regard

How to have sex, il film della regista esordiente inglese Molly Manning Walker, ha vinto nella sezione Certain regard, racconto di pochi giorni di vacanza di tre amiche inglesi sbarcate in Grecia per la vacanza di fine liceo. A casa le aspetta un futuro ancora incerto, a giorni usciranno i risultati degli esami finali (i Gcse che si sostengono a sedici anni, come una sorta di prematurità prima dei due anni conclusivi) e questi giorni devono essere speciali. È un rito di iniziazione, il viaggio che ogni giovane adulto inglese sogna di fare nella vita. Il debutto della direttrice della fotografia e regista inglese è un'esplorazione dei desideri, le inquietudini e i sogni di tre ragazze contemporanee e una riflessione su cosa vuol dire oggi il concetto di consenso.  La giuria, presieduta dall'attore John C. Reilly (da Licorice Pizza a Chicago) consacra la grande novità di quest'edizione: una fantastica serie di talenti e storie che proviene dall'Africa. Il premio della giuria va a Les Meutes di Kamal Lazraq (Marocco) così come La Mère de tous les Mensonges, documentario della regista Asmae El Moudir che porta a casa il premio per la regia.