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Morte Anastasi, il figlio: "Aveva la Sla e ha scelto la sedazione assistita". Mazzola: "Amico e giocatore eccezionale". Zoff: "Amato da tutti". Lunedì i funerali

Sandro Mazzola e Pietro Anastasi durante un allenamento della Nazionale 
Gianluca Anastasi ha rivelato che la decisione del padre, morto a 71 anni, è arrivata dopo "tre mesi devastanti, non riusciva più a muoversi e respirava a fatica e con l'aiuto di una macchina. Dopo che gli è stata prospettata la tracheotomia ha detto basta e ha voluto seguire il destino della sua malattia". La Juventus ricorda l'ex centravanti: "Tra i simboli del calcio bianconero degli anni '70, impossibile non volergli bene". Ascoli in campo con il lutto al braccio
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ROMA - Il calcio italiano, e il mondo dello sport in genere, si unisce nel lutto per la scomparsa a 71 anni di Pietro Anastasi, ex attaccante che dal 1968 al 1976 vestì la maglia della Juventus conquistando 3 scudetti dopo aver militato per due stagioni all'Inter (dove vinse una Coppa Italia) e nel 1968 con la Nazionale si laureò campione d'Europa, la cui salute era minata da una grave malattia già dalla fine del 2018. I funerali saranno celebrati nel pomeriggio di lunedì nella Basilica di San Vittore a Varese. L'orario è ancora in via di definizione. A partire da domenica mattina alle 10, all'interno della sala comunale Estense, verrà aperta al pubblico la camera ardente.

Il figlio: "Aveva la Sla, ha scelto la sedazione assistita"

"Papà aveva la Sla, che gli era stata diagnosticata tre anni fa dopo essere stato operato di un tumore all'intestino. Gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti e lui giovedì sera quando era ricoverato all'ospedale 'di Circolo' di Varese ha chiesto la sedazione assistita per poter morire serenamente". Intervistato dall'Ansa, Gianluca Anastasi ha rivelato la decisione del padre Pietro. "Ha scelto lui giovedì sera di andarsene. Ha chiamato mia mamma e ci ha detto di volerla subito. Tutto era cominciato tre anni fa con dei dolori al braccio e alla gamba ma a lui all'inizio non abbiamo detto nulla - ricostruisce Gianluca -. Abbiamo fatto altri esami ed è venuto fuori che aveva un tumore all'intestino, anche se persisteva il problema neurologico alle gambe. Comunque papà si è operato e il tumore è stato tirato via. Poi abbiamo fatto altre analisi e approfondimenti medici ed è venuto fuori il problema. Il medico ci ha detto che era Sla ma a papà abbiamo preferito tacerlo".

Poi, tre mesi fa, la famiglia ha scelto di dire la verità a Pietruzzu: "Ma lui lo aveva già immaginato - ha spiegato Gianluca Anastasi - perché i problemi nei movimenti erano evidenti. Da allora la cosa è precipitata e gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti, perché papà non riusciva più a muoversi e respirava a fatica e si aiutava con l'ausilio di una macchina da cui non riusciva più a staccarsi. Poi gli è stata consigliata anche la tracheotomia ma a quel punto lui ha detto 'basta', seguirò il destino della mia malattia. Così mercoledì è entrato nell'Hospice, dove sono i malati terminali, e il giorno dopo ha deciso di essere sedato. Lui era cosciente anche se faceva fatica a parlare, ci ha salutato, mio fratello che vive in America, poi me e mia mamma, abbiamo chiacchierato una mezz'oretta dei vecchi tempi e della vita bella insieme. Poi è arrivato il dottore, gli ha messo l'ago per la sedazione assistita. In 40 minuti si è addormentato e il giorno dopo papà è morto".

Mazzola: "Un amico e un giocatore eccezionale"

"Eravamo molto amici con Pietruzzu, abbiamo giocato assieme nell'Inter e a lungo in Nazionale. Ci sentivamo spesso, era un ragazzo molto simpatico che faceva sempre scherzi. Tecnicamente era rapido e svelto, eccezionale in area di rigore". Sandro Mazzola ricorda così l'ex compagno in nerazzurro.

Zoff: "Campione amato da tutti i tifosi"

Anche Dino Zoff commenta la scomparsa dell'ex compagno di squadra in bianconero: "Ho un ricordo molto presente di Pietro, abbiamo giocato tanti anni assieme vincendo anche l'Europeo del 1968. Era un ragazzo splendido, mi spiace molto per questa notizia. Era un campione amato e apprezzato da tutti i tifosi".

Juve: "Ci ha lasciato un campione indimenticabile"

"Ci ha lasciato un campione indimenticabile", il ricordo della Juventus dove ha collezionato 303 presenze e 103 gol. "Era impossibile non volere bene a 'Pietruzzu', come lo chiamavano tutti i tifosi a rimarcarne la sua origine siciliana, perché è stato uno juventino fino in fondo e alla squadra del suo cuore ha trasmesso tutta la sua passione - il cordoglio dei bianconeri - Quella che da bambino, raccattapalle al Cibali di Catania, lo vede chiedere una foto accanto al suo idolo John Charles. Ma le cifre e l'attaccamento alla maglia spiegano solo in parte l'amore della gente nei suoi confronti. Il suo coraggio nelle giocate, le sue reti in acrobazia, il suo spirito da lottatore lo rendono un idolo, capace di exploit indimenticabili, come i 3 gol segnati alla Lazio in 4 minuti in una gara iniziata seduto in panchina. La Juventus abbraccia la moglie Anna, i figli Silvano e Gianluca e saluta Pietro con una semplice parola grande quanto lui: Grazie".

Ascoli in campo con il lutto al braccio

Al cordoglio si uniscono anche l'Inter, dove ha giocato dal 1976 al 1978 collezionando 66 presenze e 13 gol e conquistando una Coppa Italia, e l'Ascoli, di cui ha indossato la maglia prima di chiudere la sua carriera nel Lugano. Proprio l'Ascoli, impegnato questo pomeriggio alle 15 contro il Trapani, scenderà in campo al "Provinciale" col lutto al braccio in ricordo di Anastasi che con la maglia dei marchigiani (1978-1981) aveva collezionato 58 presenze e nove reti. "Il suo ricordo rimarrà indelebile nel cuore di tutti i tifosi bianconeri", si legge sul sito del club marchigiano dove Anastasi siglò anche la sua centesima rete in Serie A a Torino, contro la sua ex squadra, la Juve, con standing ovation del Comunale che non lo aveva dimenticato.

Marchisio: "Icona di un calcio che non esiste più"

E' affidato a Twitter il ricordo di un altro juventino doc, Claudio Marchisio: "Un'icona di un calcio che forse non esiste più. Anastasi è stato uno di quei calciatori di cui ti innamoravi dai racconti di tuo padre... e alla fine forse era più bello così. Buon viaggio Pietro".

Catania: "Anastasi esempio luminoso per giovani"

"Il mondo del calcio piange la scomparsa di Pietro Anastasi, Campione d'Europa con la Nazionale italiana nel 1968, atleta talentuoso e uomo capace di tracciare un luminoso esempio che sarà sempre prezioso per tanti giovani sportivi". Lo scrive sul proprio sito la società di calcio del Catania, città dove l'attaccante era nato muovendo i primi passi con la Massiminiana. "Ci lascia un catanese illustre - scrive il Calcio Catania - formato calcisticamente nella nostra città e poi ammirato per le ripetute prodezze in Serie A e in maglia Azzurra. Alla famiglia Anastasi giungano le sincere condoglianze del Calcio Catania".
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