ROMA - Il calcio italiano, e il mondo dello sport in genere, si unisce nel lutto per la scomparsa a 71 anni di Pietro Anastasi, ex attaccante che dal 1968 al 1976 vestì la maglia della Juventus conquistando 3 scudetti dopo aver militato per due stagioni all'Inter (dove vinse una Coppa Italia) e nel 1968 con la Nazionale si laureò campione d'Europa, la cui salute era minata da una grave malattia già dalla fine del 2018. I funerali saranno celebrati nel pomeriggio di lunedì nella Basilica di San Vittore a Varese. L'orario è ancora in via di definizione. A partire da domenica mattina alle 10, all'interno della sala comunale Estense, verrà aperta al pubblico la camera ardente.
Poi, tre mesi fa, la famiglia ha scelto di dire la verità a Pietruzzu: "Ma lui lo aveva già immaginato - ha spiegato Gianluca Anastasi - perché i problemi nei movimenti erano evidenti. Da allora la cosa è precipitata e gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti, perché papà non riusciva più a muoversi e respirava a fatica e si aiutava con l'ausilio di una macchina da cui non riusciva più a staccarsi. Poi gli è stata consigliata anche la tracheotomia ma a quel punto lui ha detto 'basta', seguirò il destino della mia malattia. Così mercoledì è entrato nell'Hospice, dove sono i malati terminali, e il giorno dopo ha deciso di essere sedato. Lui era cosciente anche se faceva fatica a parlare, ci ha salutato, mio fratello che vive in America, poi me e mia mamma, abbiamo chiacchierato una mezz'oretta dei vecchi tempi e della vita bella insieme. Poi è arrivato il dottore, gli ha messo l'ago per la sedazione assistita. In 40 minuti si è addormentato e il giorno dopo papà è morto".
Il figlio: "Aveva la Sla, ha scelto la sedazione assistita"
"Papà aveva la Sla, che gli era stata diagnosticata tre anni fa dopo essere stato operato di un tumore all'intestino. Gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti e lui giovedì sera quando era ricoverato all'ospedale 'di Circolo' di Varese ha chiesto la sedazione assistita per poter morire serenamente". Intervistato dall'Ansa, Gianluca Anastasi ha rivelato la decisione del padre Pietro. "Ha scelto lui giovedì sera di andarsene. Ha chiamato mia mamma e ci ha detto di volerla subito. Tutto era cominciato tre anni fa con dei dolori al braccio e alla gamba ma a lui all'inizio non abbiamo detto nulla - ricostruisce Gianluca -. Abbiamo fatto altri esami ed è venuto fuori che aveva un tumore all'intestino, anche se persisteva il problema neurologico alle gambe. Comunque papà si è operato e il tumore è stato tirato via. Poi abbiamo fatto altre analisi e approfondimenti medici ed è venuto fuori il problema. Il medico ci ha detto che era Sla ma a papà abbiamo preferito tacerlo".Poi, tre mesi fa, la famiglia ha scelto di dire la verità a Pietruzzu: "Ma lui lo aveva già immaginato - ha spiegato Gianluca Anastasi - perché i problemi nei movimenti erano evidenti. Da allora la cosa è precipitata e gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti, perché papà non riusciva più a muoversi e respirava a fatica e si aiutava con l'ausilio di una macchina da cui non riusciva più a staccarsi. Poi gli è stata consigliata anche la tracheotomia ma a quel punto lui ha detto 'basta', seguirò il destino della mia malattia. Così mercoledì è entrato nell'Hospice, dove sono i malati terminali, e il giorno dopo ha deciso di essere sedato. Lui era cosciente anche se faceva fatica a parlare, ci ha salutato, mio fratello che vive in America, poi me e mia mamma, abbiamo chiacchierato una mezz'oretta dei vecchi tempi e della vita bella insieme. Poi è arrivato il dottore, gli ha messo l'ago per la sedazione assistita. In 40 minuti si è addormentato e il giorno dopo papà è morto".